Marcell Jacobs vicino al top e lanciato verso Parigi: l’analisi di Umberto Pegoraro

Se l’oro europeo aveva lasciato intravedere bagliori del vero Marcell Jacobs, il 9″92 dei Paavo Nurmi Games (9″99 in batteria) ha riabilitato il bresciano di stanza a Jacksonville sul palcoscenico globale dei 100 metri.

A Parigi 2024 mancano 44 giorni e tutti i tasselli, pian piano, stanno tornando al loro posto. Ritrovate fiducia e consapevolezza, la finestra è ora ideale per rifinire la condizione e avvicinarsi a quel 9″80 di Tokyo che come tre anni fa potrebbe valere l‘oro olimpico anche sotto la Torre Eiffel.

A Turku si è visto un Marcell Jacobs non ancora perfetto in partenza ma decisamente brillante sul lanciato e con frequenze finalmente più alte. La ritrovata scioltezza nella seconda parte di rettilineo si era palesata nel giorno della staffetta 4×100, quattro giorni dopo il 10″02 con cui si era confermato numero uno del Vecchio Continente. A Turku gli ha permesso di rimontare Chituru Ali, ormai compagno di doppiette.

Marcell Jacobs e Chituru Ali dopo il sub-10 in Finlandia.


Ed è proprio la facilità di corsa, più che il tempo in sé arrivato con un metro e mezzo di vento a favore, a suggellare la costante crescita dell’allievo di Rana Reider. Per analizzare la prestazione di Jacobs a Turku abbiamo interpellato l’esperto coach Umberto Pegoraro, già allenatore di Matteo Galvan e Michael Tumi e oggi alle prese con il promettente talento di Yassin Bandaogo.

Il clima e la testa

“Innanzitutto – attacca coach Pegoraro – possiamo dire che il 9″92 di Turku è arrivato in condizioni psicologiche ideali per Marcell. Si trattava di una gara con meno pressioni e di minor valore rispetto agli europei. L’ha corsa una settimana dopo la medaglia d’oro, con il morale a mille e la mente sgombra, sentendosi sicuramente il più forte rispetto a tutti gli avversari. Quello che alla vigilia poteva insidiarlo di più era proprio Ali e così è andata”.

“In secondo luogo – continua il tecnico vicentino – il meteo può aver giocato un ruolo favorevole. Il vento a favore e l’aria fresca con una temperatura attorno ai 17°C hanno inciso positivamente sulla sua prestazione. Il metro e mezzo di vento gli ha consentito di migliorarsi di un decimo rispetto alla gara di Roma. Magari il suo tempo attuale è proprio intorno ai 10 secondi netti, ma ora Marcell ha il potenziale per scendere ancora di un decimo in condizioni normali”.

Umberto Pegoraro.
Umberto Pegoraro, tecnico dell’Atletica Vicentina.

La vita negli Usa e il secondo picco a Parigi

Dopo nove mesi di residenza americana il crono dice che il trasferimento oltreoceano non è stato controproducente. Lontano dai riflettori, Marcell deve aver messo un po’ d’ordine nella propria vita sportiva. E scontato il necessario periodo di adattamento, adesso è di nuovo in grado di sprigionare tutti i suoi watt.

Il timore principale era proprio questo: riuscirà a rimanere integro e a trovare un minimo di continuità nello sprint? La risposta arrivata sul campo nell’ultimo mese è affermativa.
“Staccare la spina da tutta una serie di problematiche che aveva in Italia e fare un reset gli ha fatto bene – spiega Pegoraro – La scelta è stata difficile ma soprattutto professionale e non sentimentale, come invece capita spesso nel nostro ambiente”.

Vedendo la progressione di Marcell Jacobs a Turku e prima ancora la prestazione superba in staffetta, per un attimo ci è passata per la testa l’idea di come il picco di forma programmato per gli Europei magari possa essere arrivato un pelino in ritardo rispetto alla gara europea dei 100.

Il cambio tra Melluzzo e Jacobs.


“Credo che il crono di Turku e la sua corsa così decontratta siano invece un segnale positivo su come Marcell Jacobs stia preparando Parigi – spiega Pegoraro – In un anno in cui ci sono europei e Olimpiadi distanti tra loro meno di due mesi, tutti gli atleti mettono al primo posto i Giochi. Magari Marcell ha pensato bene di arrivare agli Europei al 98% della forma e di riservarsi l’ultimo pezzetto di crescita nei giorni che da qui ci portano alle Olimpiadi. Credo che lui abbia riacquistato grande serenità. Adesso programmerà un nuovo periodo di carico e arriverà al top all’appuntamento dell’anno. Ricordiamoci anche che è nelle mani di Reider, un professionista americano coi fiocchi”.

Il 2024 è infatti un anno molto particolare per gli atleti europei. Il doppio e ravvicinato appuntamento ha chiamato agli straordinari tecnici e preparatori. E solo a metà agosto saranno emesse le sentenze definitive sul funzionamento delle tabelle.

“Il prof. Vittori sosteneva che devono passare novanta giorni affinché un atleta possa ricreare un nuovo picco di forma. Quest’anno i giorni a disposizione sono meno di sessanta. E’ una bella sfida, un rebus per tutti, soprattutto per gli italiani. A Roma era giusto presentarsi tirati a lucido, tanto è vero che abbiamo raccolto l’impossibile. Altre Nazioni come la Germania sono apparse sottotono, diversi top britannici sono rimasti a casa. Speriamo che a Parigi riusciremo a essere altrettanto performanti”.

Non possiamo non chiudere questo focus con una battuta su Chituru Ali, secondo azzurro di tutti i tempi con il 9″96 corso in Finlandia. “Penso che il ragazzo abbia un potenziale incredibile e che debba ancora trovare la quadra. Non sarà un compito semplice per Claudio Licciardello, ha a che fare con uno più alto di Bolt. I risultati ottenuti sono già straordinari, considerata la sua massa imponente e una partenza ancora da sistemare”.

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1 comment

Vittorio says:

Spero che Pegoraro abbia torto perché dalla sua analisi Jacobs arriverà a Parigi valendo un 9.90 basso/9.80 alto che basterebbero forse per la finale, ma non per una medaglia.
Forza Marcell 💪🦵🤞

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