Non è ancora il Samuele Ceccarelli che abbiamo imparato a conoscere tra le corsie dei 60 metri, quello del fantastico 2023. Quella palla di cannone sparata sui palazzetti d’Italia e d’Europa al momento sembra avere il motore ingolfato.
La sua azione, sul rettilineo di Ostrava, seconda tappa Gold del World Indoor Tour, è apparsa impacciata e macchinosa. Dopo una buona partenza, l’allievo di Marco Del Medico non è riuscito a venir fuori: quando ha alzato la testa, non ha sprigionato i suoi cavalli e si è scomposto. E in finale, dopo il 6″73 in batteria, si è visto risucchiare da ben sei colleghi.
Lo sprinter campione europeo in carica ha chiuso con il tempo di 6″74: siamo due decimi abbondanti in più rispetto a quanto gli riusciva un anno fa, prima del definitivo exploit agli Europei di Istanbul.
Ma giudicare e dare sentenze non è il nostro mestiere. Anche perché siamo al 31 gennaio e ai mondiali indoor di Glasgow manca un mese. I conti si fanno sempre alla fine.
Non sappiamo quanto Ceccarelli abbia caricato nelle ultime settimane. A suo dire vanno smaltite “tre settimane in più di lavoro invernale“. E quanto poi abbia influito quella brutta influenza di inizio 2024 che lo ha costretto ai box per una settimana.
Ai tricolori di Ancona ne sapremo di più, esattamente a metà strada tra la debacle di Ostrava – arrivata dopo il così così 6″65 di Dortmund – e i campionati del mondo al coperto, primo grande obiettivo di un 2024 che poi lo vorrà protagonista anche altrove.
Capiremo a breve se trattasi di serio campanello d’allarme oppure di passaggio a vuoto cui si può ancora porre rimedio. Lui stesso, seppur non soddisfatto della prova, ha minimizzato: “Mi sono incasinato e ho cominciato a sbracciare dopo trenta metri: sintomo di poca lucidità muscolare che contiamo di ritrovare presto”.
Il martedì ceco ha invece riproposto un Catalin Tecuceanu già in ottime condizioni: il secondo posto in rimonta nei suoi 800 vale molto per l’allievo delle Fiamme Oro, che al rientro dal Sudafrica ha corso in 1’46″90, arrendendosi soltanto a Masalela.