Dal mezzofondo alla mezza maratona: Isabella Caposieno ha messo il turbo

Nel panorama del running azzurro un nome nuovo è da prendere seriamente in considerazione. E’ quello di Isabella Caposieno, 22 anni portacolori da quest’anno della G. S. Orecchiella Garfagnana (in precedenza alla Bracco). La torinese, negli ultimi mesi, è salita di livello e sta affrontando un periodo di grandi cambiamenti che l’hanno resa subito un’efficace interprete della mezza maratona.

Fisico esile, grande resistenza, in gara le immancabili treccine e qualche segno colorato sulle guance identificano il personaggio di Isabella Caposieno, che si allena sul campo del Cus Torino sotto la guida del tecnico Salvatore Santia.

La Caposieno ha vinto il titolo italiano under 23 della 10K ad Arezzo all’inizio di ottobre con l’ottimo crono di 34’01” per poi piazzarsi al secondo posto nell’International Road Race di Trieste alle spalle della polacca Breza. Quindi la prima mezza maratona ufficiale della carriera, ai tricolori di Civitanova Marche, con un’altra piazza d’onore alle spalle di Aurora Bado in 1h15’10”. La settimana scorsa, il brillante terzo posto assoluto e il primo tra le italiane alla cinquantesima RomaOstia, con il crono di 1h16’46”.

Stramilano 2025


Isabella, dall’autunno hai proprio cambiato marcia.
“La prima parte di 2024, se si esclude un buon 3000 indoor, non era andata come speravo. A maggio e giugno mi ero allenata tanto per i 5000 su pista ma in gara non è andata mai come volevo. Ho pensato di mollare tutto”.

E invece?
“Invece mi sono data una nuova possibilità. Ho rinunciato alle vacanze estive e alle serate con gli amici per allenarmi meglio. I risultati di fine stagione li ho costruiti faticosamente a luglio e agosto”.

Al pronti-via della nuova stagione la grande gioia del titolo italiano under 23 ad Arezzo.
“In un colpo solo mi sono sentita ripagata dei sacrifici e delle fatiche fatte in estate. Due settimane dopo sono andata in Nazionale per l’International Road Race. E lì che mi è stato consigliato il passaggio alla mezza maratona”.

Il debutto è andato piuttosto bene.
“Sono andata ai tricolori senza una preparazione specifica. L’obiettivo era quello di correre come meglio potevo, trattandosi di un esperimento. Ma sono riuscita a tenere il passo di 3’30” al km”.

Da quel giorno però sei alle prese con una infiammazione al tendine d’Achille della gamba destra.
“Forse ho esagerato con gli allenamenti. E da diverse settimane non riesco a correre come vorrei. Esco un giorno sì e tre no. Ma il tendine sta bene, per fortuna, è solo un’infiammazione”.


Nonostante questo sei arrivata terza alla RomaOstia.
“Ci ho impiegato un minuto in più rispetto alla prima volta. Ho corso a un ritmo di 3’30” fino a un certo punto, poi il fastidio si è fatto sentire e dopo una discesa sono stata costretta a rallentare. L’ho finita a 4′ al km”.

Come hai gestito durante l’inverno la trasformazione verso la mezza maratona?
“Ho aumentato i chilometri settimanali. Prima erano 70-80 di media, adesso arrivo a 120-130. Chiaramente sono concentrata più sui lavori lunghi e meno sulla parte di velocità che serve nei 5000. Ad esempio non ho fatto più lattati”.

Gradisci il nuovo progetto?
“Più si corre, più mi piace, quindi direi di sì”.

Lavori specifici ben riusciti?
“Un 4×3000 veloce a ritmo di 3’30” con recupero di mille metri fatto a ritmo medio di 4′”.

Sappiamo che stai preparando un lungo viaggio.
“Mercoledì prossimo parto per la Cina. A Wuhan, domenica 23, correrò con la maglia azzurra la mezza maratona dei mondiali universitari. La RomaOstia è stata fatta anche in funzione di questa gara. Che mi dirà anche se sarà necessario fermarmi qualche settimana per far respirare il tendine dolorante”.

La stagione come proseguirà?
“Senza i fastidi che sto accusando avrei potuto puntare agli europei di corsa su strada. Invece credo che mi concentrerò sulle selezioni per i 10.000 metri in pista prima di tornare in mezza maratona”.


La pista comunque non sarà abbandonata.
“No, anzi. E’ sempre divertente. E voglio riprendere i 5000 in un certo modo e velocizzarli”.

Isabella, da bambina, ha praticato altri sport?
“Tennis, nuoto e pattinaggio artistico. Ma non sopportavo l’idea di provare e riprovare certi esercizi, io volevo solo i pattini e correre su di essi. Mi consigliarono allora lo short track, ma ero un po’ troppo piccola. Allora ho iniziato a correre in pista anziché sul ghiaccio. E mi sono innamorata dell’atletica”.

Quando hai capito che potevi allungare le distanze?
“Un anno e mezzo fa facevo ancora i 400. In realtà dopo il Covid ho provato ad allungare i chilometri. Per errore mi sono iscritta a una mezza della mia città anziché alla 10K. Volevo fermarmi all’obiettivo d’origine, ma poi ho sentito di essere la quarta donna assoluta sul percorso e l’ho finita in 1h20′. Lì ho capito di avere le qualità da fondista”.

Isabella Caposieno ce l’ha un sogno nel cassetto?
“Vorrei entrare a far parte di un Gruppo militare. So che mi darebbe la possibilità di dedicarmi al 100% alla mia passione, di allenarmi e curarmi meglio”.

Immagini anche un futuro in maratona?
“Certo, bisognerà solo trovare l’occasione e il momento giusto. E New York non può che essere in cima alla lista dei desideri”.

Quali tempi hai in mente per la prossima 21K se non ci fosse l’infortunio di mezzo?
“Credo che potrei coprirla in 1h12′-1h13′, che significherebbe centrare lo standard per gli europei. Ma per il periodo che sto passando, va più che bene stare intorno all’1h15′-1h16′”.

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