Quando si accorse che saltava le stesse misure delle compagne di squadra di due anni più grandi di lei, Sophie Barbagallo comprese che il salto in alto doveva diventare la disciplina d’elezione all’interno del suo amore per l’atletica.
La bolognese di Arcoveggio, 17 anni il prossimo 19 maggio, è uno dei grandi talenti azzurri che hanno a che fare con l’asticella. Dopo essersi messa in luce da cadetta issandosi fino a 1,66, Sophie ha spiccato il volo tra le allieve. Nel 2024, al primo anno tra le Under 18, ha sfiorato la partecipazione alla finale degli europei di Banska con un ottimo 1,74.
In questo 2025 di grandi propositi, tra Eyof e, perché no, gli europei under 20 da “fuori quota”, Sophie ha già messo le cose in chiaro: titolo italiano indoor di categoria (il terzo tricolore complessivo dopo quello Under 16 nel 2022 e quello da allieva all’aperto nell’estate scorsa) e personal best siglato all’Incontro Internazionale Under 18 di Metz, dove la portacolori della Pontevecchio Bologna è salita fino a 1,77, aggiungendo due centimetri al precedente firmato a Castelfranco Veneto.

Sophie Barbagallo, 175 cm di altezza ereditata da mamma Caterina (ex atleta) pratica questo sport dall’età di 6 anni. Frequenta il terzo anno del Liceo Classico Marco Minghetti, è allenata da Rebecca Jiang e ha due fratelli sportivi: Giuliano che pratica nuoto e la 14enne Margot, che dopo una parentesi legata alla pallavolo ha deciso di tuffarsi in pista sulle orme della sorella maggiore da quest’anno, sempre alla Pontevecchio.
Sophie, cosa c’è attualmente nel tuo programma di allenamenti in vista delle prime gare all’aperto?
“Ho introdotto delle blande sedute di forza, anche perché ho la fortuna di avere dei piedi che di base spingono tanto. Ci stiamo concentrando sulla tecnica, allenando non solo l’alto ma anche il salto triplo per lavorare a livello di caviglie e ginocchia”.
Con la rincorsa come va?
“Devo aggiustare gli ultimi passi, infatti sto lavorando con soli 4 appoggi. E poi migliorare la parte sopra l’asticella”.
Il tuo attuale personale è arrivato all’Incontro Internazionale Under 18 di Metz.
“Un po’ me l’aspettavo. In Francia la pedana spingeva e sono riuscita a saltare senza alcuna preoccupazione, sapendo di trovare ragazze molto forti. Ho raggiunto la misura di 1,77, ma se devo dirla tutta l’1,79 me lo sentivo”.

L’appuntamento è solo rinviato.
“Ho capito di avere margine, specialmente dopo essermi riguardata al video. Però sono contenta per questa prima parte di stagione, anche perché avevo avuto qualche problemino fisico prima degli italiani”.
Con l’azzurro addosso ci si sente diversi?
“La prima volta con la Nazionale è stata bellissima. Mi sono sentita più coinvolta nell’evento, perché sapevo di rappresentare qualcosa di grande. C’erano anche i miei familiari, ma non ho avvertito alcuna pressione”.
Hai anche eguagliato il record regionale di Aurora Vicini.
“L’ho conosciuta e ci sentiamo spesso, mi dà supporto per le manifestazioni che lei ha già fatto. Siamo persone diverse e lavoriamo su aspetti diversi del salto ma è sicuramente un punto di riferimento. Il fatto che lei sia arrivata a 18 anni a saltare 1,92 può essere solo uno stimolo per cercare di emulare il suo percorso”.
Il sogno è Brisbane 2032?
“Le Olimpiadi rappresentano l’obiettivo di tutti gli atleti. Però mi accontenterei di ritrovarmi in qualche gare al fianco di Yaroslava Mahuchikh. Sarebbe fantastico saltare fianco a fianco con la primatista mondiale. Che adoro: seguo l’ucraina e la Topic sui social, cerco di osservare i loro esercizi, partecipo a live e community che organizzano”.

E Tamberi cosa rappresenta?
“L’idolo al maschile. Lo è ancor di più dopo la sua decisione di continuare per altri quattro anni”.
Che tipo è Sophie Barbagallo?
“Una testa dura. Una che non si accontenta mai e forse a volte non è un aspetto positivo. So che posso fare sempre di più. Così è anche a scuola. Mi sto impegnando molto. Tra Liceo e atletica resta ben poco. Ultimamente mi piace andare a camminare per i colli bolognesi con la famiglia”.
E’ vero che prepari anche le prove multiple?
“Il lungo lo alleno, nel giavellotto me la cavo. Mi piace misurarmi un po’ in tutte le specialità. Mi vedrete sicuramente nell’eptathlon ai campionati di società”.
Quando è previsto l’esordio outdoor?
“Non abbiamo ancora deciso, complice anche il lungo ponte pasquale. Posso dirvi che come tradizione non partirò dal salto in alto. La prima gara sarà nel giavellotto e, forse, nei 200 metri”.
foto di Sophie Barbagallo ai campionati italiani di Grana / Fidal