Il nuovo record italiano stabilito da Nadia Battocletti sui 5.000 metri in occasione della tappa londinese di Diamond League è da annoverare tra le prestazioni più eclatanti dell’atletica azzurra di quest’estate che si appresta a vivere i campionati mondiali di Budapest (19-27 agosto).
Nadia, in vista della settimana iridata, continua ad allenarsi a Trento agli ordini di papà Giuliano, con tanta voglia di migliorarsi e di proseguire un percorso che parte da lontano e che l’ha vista protagonista in tutte le categorie giovanili.
Il 14’41″30 con cui ha cancellato il primato quasi trentennale di Roberta Brunet è l’inizio di una nuova dimensione per la 23enne di Cavareno e portacolori delle Fiamme Azzurre. “Mi aspettavo di valere un tempo attorno ai 14’40”, quindi non è stata una sorpresa, anche perché nelle ultime settimane sentivo di stare particolarmente bene” racconta Nadia Battocletti, che due anni fa fu settima nella finale olimpica a Tokyo.
Migliorare quella posizione è un obiettivo super ambizioso per Nadia Battocletti: il mezzofondo è il tempio di Kenya ed Etiopia, le cui rappresentanti hanno dimostrato in questa stagione di avere nelle gambe prestazioni scintillanti, vedi record del mondo di Faith Kipyegon.
“Non penso alla posizione per la gara dei mondiali, perché la mia specialità è una delle più toste quanto a concorrenza – ammette Nadia – Poi al campionato del mondo sono ammesse ben quattro atlete per Nazione: questo significa doversi scontrare con quattro keniane e quattro etiopi… L’obiettivo, semmai, è quello di migliorare ancora il crono”.
Nadia, com’è stato l’avvicinamento a questi mondiali?
“Non ci sono state molte differenze rispetto alla preparazione dei precedenti grandi eventi. Corse lunghe, ripetute, lavoro sulla resistenza, non è stato trascurato niente. Sono stata bene e non ho avuto intoppi rispetto allo scorso anno, dove l’infortunio non mi aveva consentito di prepararmi a dovere per gli europei”.
Delle tante fortissime avversarie dei 5.000, c’è qualcuna che ammiri in modo particolare?
“Sicuramente Sifan Hassan, ma non solo perché è la campionessa olimpica in carica, quanto per la sua complessa storia personale. Lei è stata una rifugiata che ha fatto l’atleta per riuscire a stabilirsi in Olanda e dare una svolta alla sua vita. E negli anni ha fatto dei progressi eccezionali”.
Subito dopo aver centrato il record italiano, hai detto che vorresti migliorare non solo come atleta ma anche come persona. A cosa ti riferivi in particolare?
“Voglio crescere dal punto di vista dei rapporti umani. Voglio stare a contatto con molte persone e fare esperienze, solo così puoi ampliare la tua visione”.
Per il momento sei concentrata solo sui 5.000?
“Per questa stagione rimangono la priorità, ma in futuro rifarò i 10.000, che ho provato quest’anno a Londra (sfiorando il record italiano, ndr). E in inverno si torna al mio amato cross”.
Cosa fa Nadia Battocletti nel tempo libero?
“Non ho molto tempo per staccare, anche perché sono impegnata con lo studio (è iscritta alla Facoltà di Ingegneria Edile-Architettura). Nel periodo off-season, mi piace viaggiare e andare in montagna, ma in generale adoro stare in compagnia e mangiare in posti buoni e carini”.
E con papà Giuliano che è anche il tuo allenatore come va? Parlate sempre e solo di atletica?
“Abbiamo la stessa linea di pensiero, lui mi stimola a migliorare sempre di più. Non siamo così fanatici, ci confrontiamo più che altro per commentare i risultati o l’arrivo di nuove tecnologie nel nostro sport”.
Hai vinto tutto a livello under, adesso è il momento di prendersi le soddisfazioni anche tra gli assoluti?
“In un ambiente come il mezzofondo, per i motivi che ho spiegato prima, è difficile poter fare pronostici e pensare di poter battere facilmente le atlete africane, come magari può accadere in altri sport. Ognuno cerca di raggiungere i propri limiti e i propri obiettivi. E’ chiaro che non bisogna mai partire per battuti. Se pensi di non farcela mai, allora è meglio smettere. Devi sempre avere voglia di dare di più”.
Credits foto: Grana – Colombo / Fidal