Nadia Battocletti a Parigi per stare con le più forti. Papà Giuliano: “Non deve porsi limiti”

Il mondo non è l’Europa, soprattutto nel mezzofondo prolungato. Lo sanno bene i Battocletti: papà Giuliano e la figlia Nadia, fenomeno dell’atletica italiana in partenza per le Olimpiadi di Parigi.
Avevamo lasciato Nadia avvolta nel tricolore a ricevere i complimenti del presidente Mattarella dopo l’oro dei 10.000 metri agli Europei di Roma. Un trionfo storico, perché fece il paio con i 5.000 conquistati pochi giorni prima. In entrambi i casi, Nadia aveva stabilito anche i record italiani: 14’35″39 e 30’51″34, raccogliendo l’eredità di Totò Antibo, che la doppietta l’aveva realizzata a Spalato 1990.

Ma cosa potrà combinare Nadia Battocletti allo Stade de France? Se lo chiedono in molti. Dando uno sguardo al ranking stagionale, la mezzofondista delle Fiamme Azzurre figura al 13° posto (è la prima europea dopo Sifan Hassan, olandese di origini etiopi), preceduta tra le altre da quattro keniane e cinque etiopi che non saranno per ragioni numeriche tutte a Parigi. Discorso simile nei 10.000 metri, dove la trentina occupa la 14ma piazza. Nei 5.000, Nadia paga ipoteticamente 15-20 secondi dalle migliori, nei 10.000 qualcosina in più.

La gara su cui Nadia Battocletti ha più conoscenze, sicurezze ed esperienza è sicuramente quella dei 5.000 metri, le cui batterie sono in programma già il 2 agosto. Nell’ultimo test di Montecarlo, in Diamond League, la Battocletti ha staccato il secondo tempo in carriera, nonostante fosse appena scesa dall’altopiano di Asiago dopo un mese di lavori specifici interrotti solo dalle sedute settimanali in palestra svolte a Trento con Armando Defant.

Nel Principato, è stata più veloce di un anno fa, quando a Budapest stabilì il primo primato nazionale sulla distanza. E questo la dice lunga sui passi da gigante compiuti in questo 2024.

StraordiNadia, dieci giorni fa festeggiata nella sua Cavareno, un crono vicino ai 14’20” all’interno di una gara tirata come quella olimpica, lo ha nelle sue corde. E dinanzi a una prova tattica, potrebbe sicuramente dire la sua grazie al notevole spunto finale di cui è dotata.

Nadia Battocletti doppietta 5000 e 10000 metri


Che colga una clamorosa medaglia? Difficile, difficilissimo. Giusto non farsi illusioni.
Che sia protagonista con le migliori? Sì, ed è questo l’obiettivo per tornare a casa con il sorriso sulle labbra a prescindere dal piazzamento, idea condivisa da papà Giuliano.

Giuliano, come sta Nadia?
“Ha lavorato bene ad Asiago e abbiamo ancora una decina di giorni per completare la nostra tabella”.

I segnali in Diamond League sono sembrati molto positivi.
“A Montecarlo non era brillantissima, perché era reduce dai carichi dei giorni precedenti. Nonostante abbia corso i 5000 in 14’41”, non era di certo lì per attaccare il record italiano ma per fare una bella competizione e staccare dal lavoro in altura”.

A Parigi, come tradizione, i pronostici non sembrano lasciare spazio alla fantasia. Sarà il solito dominio africano?
“Nel mezzofondo i valori sono questi, mi aspetto più le keniane che le etiopi. Nei 5000 tutti dovranno fare i conti con Faith Kipyegon e poi c’è la Chebet, una delle favorite anche per i 10.000. Occhio anche a Sifan Hassan. Se si guardano i tempi in stagione, si parlerebbe di un’atleta al tramonto. Ma i suoi veri valori sono altri”.

Nadia Battocletti nei 10.000 metri di Roma.


In un contesto così difficile, Nadia dove si posiziona?
“L’importante è che Nadia sia lì, fino all’ultimo chilometro, soprattutto nei 5000 che è la specialità dove si trova più a suo agio. Quello che potrà fare dipenderà da tantissimi fattori, soprattutto da che tipo di gara imposteranno le big. Avrà la meglio la tattica o ci saranno ritmi da record del mondo? Vedremo. Per le medaglie i giochi sembrano sempre fatti, ma lei non deve porsi limiti”.

Come a dire, magari succede quello che sulla carta è impossibile.
“Possono saltar fuori anche giornate ed episodi fortunati. Ma puoi giocare con la fortuna solo se ti fai trovare pronto al momento giusto”.

Ai Giochi, Nadia farà 5000 e 10.000, ma non i 1500 come ipotizzato a inizio stagione.
“Il progetto è stato solo accantonato con l’avvicinamento agli Europei, dove poi ha realizzato la doppietta nelle distanze superiori. All’inizio volevamo fare più 1500, ma Nadia ha avuto dei problemi con le chiodate, in particolare dopo la gara di Milano che non era andata benissimo. A Modena, però, ha corso molto forte (4’03″50, ndr) coprendo gli ultimi 1200 metri in 3’12”. Vale senza dubbio una prestazione sotto i 4 minuti”.

La rivedremo a fine agosto al Golden Gala.
“Sì, con l’obiettivo di migliorarsi e di correrli nelle prossime manifestazioni internazionali. Anche perché il livello del mezzofondo è alto dappertutto e i 1500 sono complementari alle altre distanze. Le atlete moderne corrono forte ovunque, la specializzazione è figlia della mentalità italiana e sembra che quando qualcuno riesce a far tutto, allora ruba il posto a qualcun altro. In Europa questo discorso non esiste, prendete la Muir, che corre anche gli 800”.

foto Grana / Fidal

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