Il nuovo Iliass Aouani “formato 2h06′”: la parola a Magnani

Lo straordinario record italiano di Yohanes Chiappinelli ha forse fatto passare in secondo piano la maratona di Iliass Aouani, che a Valencia ha saputo correre in 2h06’06”, pareggiando l’ex primato nazionale che Yeman Crippa aveva stabilito a Siviglia nel mese di febbraio e piazzandosi in questo modo al secondo posto delle migliori prestazioni di sempre nella 42K proprio accanto al fresco argento europeo del cross.

Il portacolori delle Fiamme Azzurre, che nel 2023 era stato a sua volta primatista italiano dopo le 2h07’16” di Barcellona, ha trascorso una stagione non facile, caratterizzata dal ritiro alla maratona di Osaka e dal quarto posto, ottenuto sempre a Barcellona, con il tempo di 2h08’05” che non è bastato per conquistare un posto per i Giochi Olimpici di Parigi.

Iliass Aouani, dopo la breve parentesi trascorsa al Tuscany Camp con Giuseppe Giambrone, ha quindi deciso di ritornare alla corte di Massimo Magnani. E il risultato di Valencia, dove a lungo ha corso al ritmo del record italiano e davanti a Chiappinelli, è lo specchio dell’ottimo lavoro svolto negli ultimi mesi, oltre a un grande segnale di speranza per il futuro.

“Fin da quando ci siamo ritrovati – spiega il navigato tecnico ferrarese, Massimo Magnani – abbiamo lavorato su un progetto che gli permettesse di migliorare il suo pb. Per il ritorno in maratona, avendo alla mano dati più confortanti rispetto a quelli degli anni precedenti, abbiamo perciò pensato di fare una gara non banale, aiutati anche dallo spirito di Iliass, che è un combattente nato, capace di esaltarsi dinanzi a obiettivi ambiziosi”.

Massimo Magnani.


Infatti per gran parte della gara, Iliass è rimasto davanti a Chiappinelli e ha dimostrato di valere un tempo inferiore di quello che ha fatto registrare al traguardo.
“Abbiamo deciso di stare nel secondo gruppo ed è stato brillante fino al km 35. Per la verità, anche al km 40 era in linea con il tempo che poi è valso il record italiano, perché viaggiava sulle 2h05’30”, avendo corso l’ultimo 5.000 in 15’10”. Gli sono stati fatali gli ultimi due km”.

Cosa è successo?
“Non ha avuto i crampi, ma ha visto arrivare Chiappinelli e ha capito che gli stava sfuggendo il sogno del primato italiano. Si è demoralizzato e ha buttato via 30 secondi abbondanti. Però l’abbiamo ritrovato, sia dal punto di vista mentale e nervoso. E ha dimostrato di correre per 35 km sul ritmo delle 2h04′. Il prossimo obiettivo sarà quello di tenere quel ritmo per gli altri 7 km”.

Perché il vostro rapporto si era interrotto e come l’avete ricostruito?
“Io e Iliass abbiamo mantenuto comunque ottimi rapporti personali, nonostante si fosse interrotta la collaborazione a livello lavorativo. Discutevamo spesso su alcune questioni e ognuno di noi rimaneva sulle proprie posizioni. Facevamo fatica a trovare dei compromessi e allora era giusto che le nostre strade prendessero direzioni diverse. Quando ha deciso di abbandonare la nuova esperienza, gli è venuto spontaneo ricontattarmi. Ci ho pensato a lungo prima di accettare. Non sempre le minestre riscaldate funzionano. Ma abbiamo reinventato un progetto, sfruttando anche la sua nuova maturità”.

Cos’è cambiato in Iliass Aouani?
“E’ cambiato il suo approccio agli allenamenti e alle gare, molto più positivo, anche grazie all’ottimo lavoro svolto con il mental coach. Sono cambiati molti aspetti legati alla sua quotidianità, che spesso ci facevano discutere. Lui è un creativo, uno spirito naif e magari era meno attento ai dettagli. Ora ha capito quanto sia importante non lasciare nulla al caso, a cominciare dall’alimentazione. Questo sarà un punto di forza da sfruttare per il futuro”.


Come è stato in grado di abbassare di oltre un minuto il suo PB?
“Abbiamo consolidato innanzitutto alcuni aspetti rimasti in sospeso lo scorso anno, perché va ricordato che quando la nostra collaborazione si è interrotta, Iliass aveva alle spalle solo tre maratone e sappiamo quanto sia importante crescere esperienza dopo esperienza. Tra i progressi che ha compiuto di recente, c’è la capacità di saper correre meglio a più andature e di saper correre piano, che poi è quella che serve ad allenare l’organismo a consumare poco glicogeno”.

Cosa prevede ora il vostro programma?
“In primavera niente maratone, perché il 28 febbraio comincia il mese del ramadan e lui è uno che lo rispetta. A marzo si allenerà ma in modo meno intensivo, siamo in attesa anche di parlare con la federazione quali obiettivi coltivare in chiave maglia azzurra, a cominciare dai mondiali. Nel frattempo stiamo programmando per l’inverno la trasferta di Potchefstroom, in Sudafrica. Partiranno con noi anche Neka Crippa, che dovrebbe fare una maratona in primavera, e Federica Del Buono, che si preparerà per gli appuntamenti indoor”.

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