La stagione all’aperto sta per cominciare. E l’atletica italiana non vede l’ora di confermare, se non andare oltre, i prestigiosi risultati conseguiti nell’ultimo triennio, proprio a partire dalla magica settimana di Tokyo 2021.
I mesi al coperto hanno evidenziato un’Italia in salute, capace di affermarsi ai Campionati mondiali indoor senza gli olimpionici e con i nuovi volti che sono il presente e saranno il futuro del movimento.
In sala, oltre alle medaglie di Glasgow, sono anche arrivati più di venti record italiani: facile allora immaginare come in estate, quando si innesteranno le marce alte in concomitanza di Europei e Olimpiadi, ne arriveranno di altri, e alcuni di questi, potrebbero fare rumore.
Sì, ma in quali specialità ? Abbiamo provato a ipotizzare ciò che ci aspetta in pista e in pedana nei prossimi mesi, anche se considerati i due grandi obiettivi, gli sforzi verranno centellinati e, almeno nella prima parte, ciascun atleta non avrà tantissime gare a disposizione.
Mezzofondo: tremano Fiasconaro, Di Napoli e Gabriella Dorio
Il mezzofondo veloce è uno dei settori più vivaci, anche per il numero di atleti che si sta affacciando alla ribalta. Negli 800 uomini, la domanda che tutti si chiedono è quando cadrà il record più longevo, ovvero l’1’43″7 di Marcello Fiasconaro, stabilito in quella magica serata di fine giugno all’Arena Civica di Milano.
Catalin Tecuceanu, nella stagione indoor, ha dimostrato di aver compiuto il salto di qualità . Il suo personale di Budapest 2023, 1’44″79, è distante ancora un secondo dal primato di Fiasconaro. Sarà l’anno buono per riscrivere la storia dopo 51 anni?
Nei 1500 il record di Gennaro Di Napoli resiste dal 1990. Il 3’32″78 di Rieti però è a forte rischio, perché a Pietro Arese, che l’anno scorso ha corso in 3’33″11, si sono aggiunti in questo 2024 i progressi in sala di Ossama Meslek e Federico Riva.
In campo femminile, sono tutte a caccia di Gabriella Dorio. Negli 800, dove il primato resiste dal 1982 (1’57″66), è Eloisa Coiro la principale candidata a spodestare la leggenda veneta, per qualità e determinazione, ma non è detto che la romana ci riesca quest’anno.
Più probabile che avvenga presto nei 1500 metri, perché Nadia Battocletti, dopo aver cancellato Roberta Brunet nei 5000 metri, non ha alcuna intenzione di fermarsi e, in questa distanza, ha riposto grandi aspettative per Europei e Giochi. L’allieva di papà Giuliano abbasserà di parecchio il suo 4’03″34 ma è da vedere se basterà per arrivare al mitico 3’58″65 della Dorio.
Ostacoli: Simonelli a un passo da Dal Molin
Dopo l’argento mondiale indoor con ripetuto record italiano (7″43 il crono definitivo), come naturale evoluzione, Lorenzo Simonelli non dovrebbe avere grossi problemi a limare i sei centesimi che lo separano dal record nazionale di Paolo Dal Molin (13″27).
Negli ostacoli bassi, gli azzurri di punta costituiscono un punto interrogativo, parlando di tempi. La Foloruso vista nel 2023 può sicuramente migliorare il 53″89 realizzato a Budapest, così come un Sibilio integro e al top è in grado di far sognare e di scendere nuovamente sotto i 48″ come fece a Tokyo, anche se il 47″54 di Fabrizio Mori sembra ancora abbastanza duro a soccombere.
Salti frizzanti: occhio a Furlani, Diaz e all’asta donne
Discreta abbondanza e giovani in rampa di lancio caratterizzano il mondo dei salti. Mattia Furlani nel lungo, dopo lo splendido argento di Glasgow, ha già le carte in regola per sopravanzare l’idolo Andrew Howe, capace di 8,47 a Osaka 2007, mentre al femminile Larissa Iapichino sembra al momento lontana dall’impensierire il 7,11 di mamma Fiona.
Stesso discorso vale per Dariya Derkach nel triplo femminile: il 2023 è stato un anno di miglioramenti per l’allieva di Nocera, ma il 15,03 di Magdelin Martinez è una misura fuori portata.
Al maschile, il primato ha già cambiato proprietario un anno fa, al Golden Gala di Firenze, quando Andy Diaz superò il maestro Fabrizio Donato. Il 17,75 dell’italo-cubano che indosserà l’azzurro a partire dai Giochi di Parigi è a nostro avviso ampiamente migliorabile e lo conferma l’inizio di questo 2024 in cui Diaz ha saltato con facilità sopra i 17,60.
Capitolo salto in alto: al maschile sappiamo che Tamberi ci regalerà nuove emozioni nei due grandi appuntamenti dell’anno. Fare meglio del 2,39 di otto anni fa non è però pronosticabile.
Al femminile non ci sono le condizioni per avvicinare il leggendario 2,03 di Antonietta Di Martino: la specialità necessita però un segnale di ripresa e può arrivare proprio dalla sua nuova allieva, Elena Vallortigara.
E il salto con l’asta? Giuseppe Gibilisco sta facendo di tutto per portare ai suoi livelli l’allievo Claudio Stecchi, fermo a 5,82 contro il 5,90 del siracusano ma non è affatto semplice riuscire nell’impresa. Il duello tra le amiche rivali Roberta Bruni ed Elisa Molinarolo, in tempi recenti visto anche a livello indoor, promette invece scintille e per come stanno lavorando siamo sicuri che si arricchirà di nuovi capitoli rispetto al 4,73 firmato dalla reatina all’ultima Asta in Piazza.
Lanci: Andrei è ancora imprendibile?
Leo Fabbri e Zane Weir sono ormai tra i cinque pesisti top al mondo ma per realizzare il primato nazionale devono ancora aggiungere una cinquantina di centimetri per arrivare al mito Alessandro Andrei e al suo 22,91. Ci riusciranno?
Se il peso sta messo bene, non si può dire altrettanto per gli altri lanci al maschile, mentre al femminile la consistenza raggiunta può consentire sia a Sara Fantini nel martello che a Daisy Osakue nel disco centimetri in più per aggiornare i loro primati.
Staffette: si può ancora limare
Il 2023 è stato un anno molto positivo per il testimone azzurro e a Budapest, a livello cronometrico, la scena se la sono conquistata le ragazze della 4×100 e della 4×400, che hanno aggiornato i primati nazionali correndo, rispettivamente, in 42″14 e 3’23″86.
Entrambe le staffette possono ritoccare il crono: in quella veloce si può contare poi su una Dosso entrata in una nuova dimensione. Quanto agli uomini, non poniamo limiti alla Provvidenza, specie per una 4×100 che a Tokyo seppe cogliere l’oro in 37″50 e l’anno scorso l’argento iridato in 37″62.
Velocità : Dosso si mette in proprio?
Nello sprint, la più seria indicata ad abbattere un record è sicuramente Zaynab Dosso nei 100 metri: l’11″14 di Budapest lo condivide ancora con Manuela Levorato, ma in questo 2024 è molto probabile che l’allieva di Giorgio Frinolli possa mettersi in proprio.
Difficile ipotizzare novità sulle altre distanze: dei due primati di Libania Grenot, forse Dalia Kaddari può permettersi di attaccare il 22″56 dei 200, mentre in campo maschile, a meno che Jacobs non torni quello del 9″80 di Tokyo (e noi ce lo auguriamo!) e che Tortu faccia il… Mennea, il solo Davide Re, sia chiaro in grandi condizioni, potrebbe rivedere il suo 44″77 ormai vecchio di cinque anni.