Vienna, Praga, Copenhagen. Sono le tre tappe del viaggio di maturità in Interrail che Lucia Arnoldo sta completando insieme alle compagne di scuola. Giusto un paio di giorni per staccare dopo la straordinaria doppietta ai Campionati Italiani juniores di Rieti, prima di rituffarsi nel pieno della preparazione per i mondiali under 20 che si terranno a fine mese a Lima. Centrati proprio grazie al personale di 16’28″13 nei 5000 metri.
La portacolori dell‘Atletica Dolomiti Belluno, nativa della Val di Zoldo, quest’anno ha cominciato a correre più forte anche in pista. Allo Stadio Guidobaldi si è imposta anche nei 3000, stabilendo anche in questo caso il PB: 9’36″56.
“Sono arrivata con grande serenità all’appuntamento tricolore – racconta Lucia Arnoldo – Quest’anno mi sono allenata tanto anche in pista, dando più importanza alle chiodate. E rispetto al 2023, ho finito in buone condizioni la stagione della corsa in montagna”.
“Non avevo mai corso la doppia distanza nel giro di poche ore – continua Lucia Arnoldo, allieva di Elio Dal Magro e Modesto Bonan – La vittoria nei 3000 è stata una sorpresa, perché avevo un tempo di diciotto secondi superiore rispetto a quello di Laura Ribigini, la favorita. Una volta incamerato il titolo nei 3000, sono arrivata alla gara dei 5000 con più tranquillità. Sono riuscita a non partire a tutta per evitare di scoppiare e ho fatto una gara di testa, in cui ho ascoltato metro per metro le mie sensazioni”.
A livello cronometrico sono saltati fuori due personali.
“Sono felice. Nei 3000 siamo passate lente al primo chilometro, altrimenti avrei fatto il minimo per Lima anche in questa distanza”.
Con che spirito si va in Perù? Il mezzofondo, anche tra le under 20, dice soprattutto Kenya ed Etiopia.
“Il livello delle avversarie è altissimo, inutile soffermarsi sul ranking (Lucia è al 90° posto, ma tra le migliori d’Europa, ndr). Però vado a Lima per dare il massimo, sarà un grande onore vestire la maglia azzurra”.
Solo pochi anni fa il tuo sport era lo sci di fondo.
“Correvo in funzione della preparazione invernale. L’atletica è arrivata dopo, prima con le gare CSI e poi con la Fidal. Quando ho iniziato a frequentare le superiori a Belluno, è diventato più semplice andare al campo. E dal secondo anno ho capito che era difficile portare avanti entrambe le discipline, perché le competizioni si sovrapponevano. Continuo a sciare, specie durante le vacanze di Natale. Ma per passione”.
Sei anche una specialista della corsa in montagna.
“Ho sempre amato allenarmi sui sentieri, credo sia anche normale per una ragazza nata e cresciuta in montagna. Questo è stato il mio ultimo anno da juniores, ma nella corsa in montagna non esiste la categoria promesse. Continuare significherebbe raddoppiare il chilometraggio delle gare, passando da 6-7 km a 14 km. E fare tutto sarebbe un po’ complicato, quindi credo che dal 2025 mi vedrete esclusivamente in pista”.
Accennavi all’uso delle chiodate e ai miglioramenti registrati in questa stagione.
“L’anno scorso avevo avuto pochissimo tempo per preparare le gare outdoor. Ho partecipato ai campionati italiani di Grosseto ma la forma non era la stessa perché ero uscita devastata dai mondiali di corsa in montagna disputati a Innsbruck (dove fu bronzo nel trail corto, ndr). Quest’anno ho iniziato prima grazie al miglior recupero dagli europei di Annecy e per la prima volta ho corso le ripetute in pista anziché in asfalto. Con le chiodate ho capito che è tutto un altro modo di correre e di appoggiare i piedi. Ho tratto tanti vantaggi”.
L’atletica ha con te una nuova mezzofondista di belle speranze. Ma nel settore a chi ti ispiri?
“Il mio punto di riferimento è Nadia Battocletti. E’ carina, pacata, fortissima. E in questi anni, nonostante la giovane età, ha dimostrato di saper gestire anche le pressioni su tutti i terreni di gara”.
foto Galli / Fidal