Dalla pista al ghiaccio: il sogno olimpico di Mario Lambrughi con la Nazionale italiana di bob

Per tutto l’inverno sprinterà sul ghiaccio, cercando di far correre veloce uno dei tre bob della Nazionale italiana. Da due mesi Mario Lambrughi è a tutti gli effetti un membro dell’equipaggio azzurro nel ruolo di frenatore. Il 32enne dell’Atletica Riccardi ha colto una nuova e inattesa opportunità nell’anno in cui aveva deciso di porre fine alla carriera da pro’ in pista, senza però dare il definitivo addio all’atletica.

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“Per adesso sono concentrato ed entusiasta di questa nuova avventura. Vedremo cosa succederà da qui all’estate” spiega il monzese di ritorno da una trasferta di Coppa Europa disputata a Innsbruck.

Lamburghi con Alex Verginer.
Lamburghi con Alex Verginer.


Il nuovo capitolo della vita sportiva di Mario Lambrughi nasce da un contatto con Elena Scarpellini, che nel salto con l’asta, da juniores, fu campionessa italiana nonché bronzo europeo a Kaunas, nel 2005, prima di passare allo skeleton e al bob e occuparsi ora di scouting per la Fisi.

Non è una novità che gli atleti vengano attratti dagli sport del budello per sfruttare le doti di velocità e accelerazione in fase di spinta. La lista è piuttosto corposa: in tempi recenti, dallo sprinter Lorenzo Bilotti all’ostacolista Giovanni Marchetti, passando per Martina Favaretto, argento a Tallinn con la 4×100 agli europei under 23. Lo stesso Amedeo Bagnis, attuale numero uno dello skeleton italiano, è stato un quattrocentista e tutt’ora si allena in pista a Vercelli con il tecnico di sempre, Corrado Zennaro.


“Elena mi ha chiesto se mi andasse di provare. Mi ha detto che sarei stato perfetto, con le mie caratteristiche, per la spinta. Il primo test è stato fatto in estate, a Cortina, su pista in tartan di 50 metri con rotaie e ho partecipato ai campionati italiani di spinta. A metà ottobre ho superato anche le selezioni della Nazionale a Oberhof e così mi hanno arruolato nel terzo equipaggio ufficiale per le competizioni internazionali, quello di Alex Verginer. L’obiettivo adesso è andare alle Olimpiadi di Milano-Cortina” spiega Lambrughi, che durante la settimana lavora nell’azienda di arredamento del papà.

Con il passaggio al bob, la lunga parentesi in corsia si è chiusa senza rimpianti per l’ostacolista azzurro, che in questo 2024 è stato semifinalista agli europei di Roma nonché primatista italiano dei 300hs (34″83 realizzato in aprile a Milano). In carriera vanta un personale di 48″99 nei 400hs.

Mario Lambrughi agli europei di Roma 2024. Foto Mitchell/Alamy

“Di testa avevo già mollato – confessa Mario Lambrughi – Avevo già messo in conto di non poter mettere l’atletica tra le priorità per altri quattro anni. Sì, è mancata la qualificazione alle Olimpiadi, sarebbe stata la ciliegina sulla torta dopo tanti anni di sacrifici. Ho lavorato per quell’obiettivo, del resto è il sogno di tutti gli atleti. Ma non ho rimpianti, so di averci provato con tutte le mie forze. Adesso l’età si fa sentire e il livello anche nei 400 ostacoli si è alzato tantissimo. Ho preso le mie soddisfazioni”.

Scavando nel recente passato a proposito dei momenti più belli trascorsi in pista, il pensiero va alle grandi esperienze, più che ai singoli successi. “Partecipare per la prima volta ai campionati del mondo a 30 anni è stata un’emozione indescrivibile, un premio alla carriera (accadde nell’edizione 2022 disputata in Oregon, ndr)”.


Il presente è completamente diverso. Ha i contorni delle vette alpine, i colori della neve e il rumore dei pattini che solcano il ghiaccio. “Ho sciato da ragazzo, ho anche una casa vicino Bormio, in Valtellina. Mi piacevano sci e snowboard, di certo non immaginavo di diventare un bobbista. Però il contatto con la montagna c’è sempre stato, anche d’estate”.

Per spingere un bob servono tutte le qualità possedute da un velocista. “E’ come un allenamento di traino o come correre in salita. Con la differenza che nel bob si corre senza le braccia, che sono appoggiate alla carrozzeria. Ci si prepara molto in palestra. Il peso è un fattore molto importante. Più pesa l’atleta e quindi è più forte, più leggero sarà il bob (il regolamento prevede un peso complessivo di 630 kg per il bob a 4 e di 390 kg per il bob a 2, equipaggio compreso). In autunno ho messo su un bel po’ di massa: a settembre pesavo 78, adesso sono a quota 85 kg. Come ho fatto? Qualcosa prendi per il fatto di non fare più le ripetute lunghe in pista. Poi seguo una dieta molto più calorica e in palestra la gran parte degli esercizi riguarda lo sviluppo della potenza”.

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