Nell’anno dei record per l’atletica italiana c’è chi è rimasto in tribuna o addirittura nelle retrovie, vuoi per appannamento o per infortuni di vario tipo. Tanti azzurri, dopo un 2024 sfortunato, chiedono perciò alla nuova stagione integrità fisica e mentale per ritrovare i risultati di un tempo neanche troppo lontano.
Il riscatto per eccellenza passa dalle mani (o forse meglio dai piedi) di Massimo Stano. Al numero uno della marcia azzurra al maschile va inevitabilmente l’oscar della sfortuna 2024: in piena preparazione olimpica, una frattura alla caviglia rimediata in gara ai mondiali a squadre di Antalya l’ha estromesso dagli europei e rallentato fortemente l’avvicinamento a quei Giochi che aveva dominato tre anni prima.
L’occasione per il riscatto arriverà proprio sulle strade di Tokyo, che l’hanno consacrato alle Olimpiadi e che a settembre saranno lo scenario dei mondiali.
Tra i ritorni più attesi c’è quello di Elena Vallortigara, che sta recuperando dalla rottura del tendine d’Achille rimediata ai Campionati italiani di La Spezia. A 33 anni, svanito il sogno olimpico, la vicentina riparte da Siena (dove con Giardi ha trascorso i migliori anni della carriera) e dalla voglia di graffiare ancora.
Zane Weir, Dalia Kaddari e Ottavia Cestonaro erano riusciti a rientrare in tempo dai rispettivi infortuni per partecipare alle Olimpiadi di Parigi ma le precarie condizioni non potevano certo consentire loro di aspirare a sogni di gloria.
Nel 2025 ci si aspetta tanto sia dall’italo-sudafricano che non ha potuto “rispondere” alle bordate del compagno di allenamenti Leo Fabbri ma anche dalla sprinter sarda, che ha subito un infortunio muscolare durante la batteria della 4×100 agli europei di Roma e non è più tornata ai livelli che le competono nonostante sia riuscita ad attaccare il pettorale a Parigi, e dalla triplista vicentina che nel 2023 aveva vissuto la migliore stagione prima di incappare nella rottura dei tendini ischiocrurali dello scorso febbraio.
L’elenco dei lungodegenti prosegue con Gaia Sabbatini, che per diversi mesi ha inseguito una brillantezza che tardava ad arrivare, non è riuscita a guadagnarsi un posto per le principali rassegne internazionali e a fine stagione ha deciso di intervenire sul morbo di Haglund che gli era già stato diagnosticato nel corso della stagione.
Altro grande assente sui palcoscenici più prestigiosi è Samuele Ceccarelli, reduce da un inverno complicatissimo che ha portato anche alla separazione dall’ex tecnico Del Medico. Ripartito da zero con Maurizio Checcucci, il campione d’Europa indoor in carica sta lavorando sodo per riprendersi un posto tra i grandi della velocità.
Uno che si è visto pochissimo nel 2024 è l’astista Claudio Stecchi, più notiziato per il faraonico matrimonio (e shooting connessi) con la modella Mariacarla Boscono che per le imprese in pista. Un acciacco dopo l’altro e la separazione dopo gli europei da Giuseppe Gibilisco spiegano da sole le difficoltà incontrare lungo il percorso olimpico conclusosi con l’eliminazione durante le qualificazioni. Adesso il toscano si allena a Roma con Emanuel Margesin con la speranza di tornare presto protagonista.
Gli infortuni hanno rallentato e condizionato poi la marcia di altri azzurri. Dario Dester, dopo un europeo da record italiano, si è fermato a La Spezia e ha saltato i Giochi per l’ennesimo infortunio prima di programmare una sterzata importante con il trasferimento in Germania alla corte di Cristopher Hallmann, l’allenatore dei decatleti tedeschi.
Alessia Pavese, tormentata dai problemi al nervo sciatico e alla schiena che le hanno fatto perdere anche il posto da ultima frazionista nella staffetta veloce, riparte con grandi ambizioni da Catania e dai metodi del prof. Di Mulo, al pari del compagno Filippo Randazzo. Quest’ultimo, a causa degli acciacchi e dopo la delusione per il mancato pass per Parigi, ha deciso di mandare in soffitta il salto in lungo e di scommettersi sulla velocità. Sempre in tema di sprint, la Nazionale vuole ritrovare anche la verve di Vittoria Fontana, infortunatasi in primavera al bicipite femorale.
Un discorso a parte merita Ayomide Folorunso, forse l’azzurra che per i risultati (e i tempi) registrati nel 2023 nei 400 ostacoli lasciava presagire un’ulteriore crescita che non è arrivata. Ayo è andata molto piano per i suoi standard, complice anche una nuova ritmica che non le ha dato le risposte che cercava.
Aspettiamo la sua rinascita e quella di atleti più giovani di lei, che per un motivo o per l’altro, non hanno espresso tutto il loro enorme potenziale nel 2024: da Alice Pagliarini a Daniele Groos, da Leo Domenis (k.o. proprio alla vigilia degli europei under 18) a Ludovica Galuppi, passando per Rachele Mori e Valentina Vaccari.