Sant’Alessio Siculo – Un abbraccio ai vincitori. I continui incitamenti ai più giovani da dietro le transenne. Uno scambio di vedute con Riccardo Pisani, il responsabile della marcia. Così scivola via la domenica riservata ai tricolori della 20 km. Un’altra domenica di indicazioni utili per i prossimi impegni in calendario. Da sette anni, Antonio La Torre è il riferimento di un’atletica che viaggia ad alta velocità. Ma guai ad accontentarsi. Anche i risultati di Apeldoorn e Nanchino, le due massime rassegne internazionali indoor appena riposte nel cassetto, devono essere il volano per presentarsi tirati a lucido nell’estate post-olimpica.
Direttore, cosa c’è da migliorare all’interno di un progetto che funziona e incamera medaglie?
“Bisogna continuare a propagare l’aria di positività di cui ci siamo circondati negli ultimi tempi. Consolidare la mentalità vincente, non avere alibi, vivere i grandi traguardi come premio per il lavoro fatto, come il dolce della domenica. E restare concentrati sull’aspetto tecnico: sui tempi, sulle misure, persino sul centimetro. Che come abbiamo visto sia in Olanda che in Cina, fa la differenza”.
E poi?
“Non nascondere le criticità. Cercare i nuovi talenti. Pensare a come si possono ribaltare le situazioni di difficoltà. Anche se non sempre può riuscire tutto e subito. C’è da sfruttare l’energia che sta arrivando dai salti. Abbiamo cambiato qualcosa nel mezzofondo. In quello prolungato soffriamo un po’, ma contiamo di difenderci bene tra due settimane a Bruxelles. Nella marcia onoriamo la nostra tradizione”.

Quello dei lanci è il settore complessivamente più fragile. E nel nuovo organigramma Silvaggi ha preso il posto di Vizzoni.
“Il fermento c’è, così come nuovi profili interessanti. Ma serve del tempo per raggiungere una certa maturazione, anche perché in questo settore la fisicità e l’antropometria sono determinanti. Dobbiamo solo stare in silenzio e lavorare”.
In parallelo agli ottimi risultati, l’atletica italiana è al centro di un paio di querelle che vedono coinvolti alcuni degli azzurri di punta del movimento: Jacobs, Tortu, Fabbri e Weir. E’ preoccupato? Pensa che possano avere ripercussioni sull’aspetto tecnico e le prestazioni in campo?
“Per il ruolo che mi compete, cerco tutti i giorni di mettere gli atleti nelle migliori condizioni per allenarsi. Al di là delle polemiche, posso solo dire che il settore tecnico della federazione ha investito tanto negli ultimi anni. E’ chiaro che non tutti possano essere contenti. Ma la federazione non è un Bancomat”.
Ma con Fabbri ci ha parlato?
“Il ragazzo è sereno e andrà presto in raduno in Sudafrica, con Weir e coach Dal Soglio”.

Come sta Chituru Ali?
“Sta bene. E’ a Los Angeles e si sta allenando. Sono in contatto con John Smith, il suo nuovo allenatore. E’ contento di come il ragazzo si applichi e si sia inserito nel suo gruppo di lavoro”.
Al primo raduno stagionale delle staffette ci sono Pagliarini, Vianelli e Bertello ma non Valensin, Doualla, Castellani e Inzoli. Che valutazione si è fatta?
“Abbiamo semplicemente preferito non far perdere giorni di scuola ai ragazzi. Più avanti verranno sicuramente inseriti”.
Una parola per Simonelli, che nonostante una condizione approssimativa è andato a giocarsela a Nanchino con Holloway e company.
“Lollo è un fenomeno. Con sette allenamenti sulle gambe, ha sfiorato la medaglia di bronzo. Il suo atteggiamento è grandioso. Di uno che non si arrende, vuole vincere e ci mette la faccia. Lo aspettiamo alle outdoor”.
Quanto è importante per il movimento lanciare senza alcun timore i giovani nei palcoscenici che contano?
“Sioli ad Apeldoorn e Pieroni a Nanchino hanno sentito la fiducia. E hanno fatto grandi risultati ripagando se stessi e le loro qualità”.

Quale potrebbe essere la sorpresa per i prossimi mesi?
“Spero che Andrea Dallavalle possa mantenere il livello alto che ha di nuovo raggiunto agli europei. E mi aspetto di vedere al top anche Alessandro Sibilio”.
All’orizzonte ci sono gli europei di corsa su strada. Obiettivi?
“Nadia Battocletti è il faro della spedizione. E nella 10 km sarà l’elemento trascinante della squadra femminile, che può ambire al grande risultato. Ma in Belgio c’è da difendere anche l’oro della mezza maratona maschile”.
foto Grana / Fidal