La rincorsa di Elena Vallortigara: “Non ancora al top, ma era giusto tornare presto in pedana”

Al Kip Keino Classic di Nairobi si è rivista Elena Vallortigara, al rientro in pedana dopo diversi mesi di assenza caratterizzati da numerosi problemi fisici e tecnici che alla fine della travagliata stagione 2023 l’hanno spinta a cambiare guida tecnica e a trasferirsi a Formia per lavorare con Antonietta Di Martino.

La saltatrice veneta si è piazzata al terzo posto, superando la misura di 1,86. Né tanto, ma nemmeno poco, se si prende in considerazione il recente percorso di risalita intrapreso da Elena per tornare quella che nell’estate del 2022 era stata capace di prendersi il bronzo mondiale a Eugene.

Abbiamo raggiunto al telefono la portacolori dei Carabinieri, focalizzata sui diversi pezzi da sistemare per tornare al top e in procinto di laurearsi in Psicologia, il prossimo 31 maggio, discutendo un’interessante tesi sull’omogenitorialità.

“La mia condizione non è ancora il massimo – spiega Elena Vallortigara – e a Nairobi ero consapevole di non poter dimostrare quello di cui sono capace. L’obiettivo era cominciare ad approcciarsi al minimo per Europei e Olimpiadi e al ranking molto presto. D’altronde, era da tempo che non gareggiavo e c’era il bisogno di rompere il ghiaccio”.


Quali sensazioni hai avuto in Kenya?
“Sono uscita dalla pedana abbastanza contenta. Ho fatto ciò che è nelle mie attuali possibilità, non un centimetro in più o in meno. Però l’ho gestita bene dal punto di vista mentale e ho saltato tutte le misure al primo tentativo, cosa che in allenamento non mi riesce con facilità”.

Insomma, sei in pieni lavori in corso.
“So in che direzione sto andando e quanto devo lavorare. Sono piuttosto indietro, non ho ancora le risposte che cerco quotidianamente al campo. Però per la prima volta sento di avere energie e spazio mentale da dedicare al momento preciso della gara”.

I diversi problemi fisici che ti hanno attanagliato la scorsa stagione sono alle spalle?
“Ho recuperato piuttosto bene dal problema al ginocchio e dalle infiammazioni ai due tendini d’Achille, soprattutto il destro. A dicembre però si è riacutizzata l’entesite all’inserzione del bicipite femorale, un infortunio che si era presentato all’inizio del 2022 ma che avevo superato. Per questo motivo, a gennaio, ho dovuto fare anche un’infiltrazione. Convivere con qualche acciacco rappresenta ormai la normalità”.


Ora quando ti vedremo in gara?
“Rispetto ai programmi iniziali, ho preferito inserire quattro settimane piene di lavoro dopo il Kip Keino Classic. Tornerò il 19 maggio, non so ancora se in Diamond League (Marrakech, ndr) o in un meeting in Europa”.

Com’è stato ripartire da un nuovo capitolo tecnico?
“Per quanto si possa pensare il contrario, non mi sento di dire di essere ripartita da zero, ma di continuare, al netto di una serie di aggiustamenti più o meno rilevanti, il lavoro fatto negli anni con Stefano Giardi e in cui ho creduto. A Formia è cambiato molto, ma ho cercato di mettermi nelle condizioni migliori per star bene”.

Con Antonietta come va?
“Lei è stata atleta ad alti livelli e spesso non c’è bisogno che le debba spiegare certe situazioni perché lei le ha vissute sulla sua pelle. Però c’era da instaurare un nuovo tipo di rapporto e conoscersi in un nuovo ambito che non fosse quello dell’amicizia e per questo è servito un po’ di tempo. Un percorso sicuramente interessante”.

Cosa manca per rivedere la Elena Vallortigara che conosciamo?
“Saltare alto e sentirmi bene, anche se può sembrare banale. Spero che queste condizioni si realizzino presto, perché non riesco ancora a esprimermi come vorrei”.


Da cosa dipende?
“Dall’ultima parte di rincorsa. Non ho la velocità che serve. Anzi, tendo a perderla con l’avvicinarmi allo stacco, che a quel punto non risulta adeguato. Non arrivo con gli angoli giusti, di conseguenza non è abbastanza per superare l’asticella sopra gli 1 e 90”.

Eppure il tempo stringe.
“Gli Europei sono dietro l’angolo. Ho a disposizione il mese di maggio per crescere di condizione e saltare alla quota desiderata. Serve gareggiare e fare le misure, per avviare il percorso che porta anche alla qualificazione olimpica. Non pensavo di essere al top adesso, ma di certo avere uno stato di forma migliore. Adesso devo adattare le aspettative. Il nuovo percorso è stato più tortuoso di come l’avessi immaginato”.

Magari la prestazione salta fuori proprio nei due grandi eventi.
“E’ la mia grande speranza. Mi basterebbe arrivare a posto fisicamente e con le giuste energie in quel momento preciso. Non sono una che ha bisogno di fare una stagione intera al meglio per poter piazzare l’acuto. Spero di potermi guadagnare sul campo qualche soddisfazione”.
Nessuno lo meriterebbe più di lei.



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