E’ un’Italia che vola quella che da meno di ventiquattrore è protagonista agli europei indoor di Apeldoorn. Le maggiori soddisfazioni stanno infatti arrivando dai salti. Stasera sapremo se Mattia Furlani riuscirà a portare a casa una medaglia nel lungo, e sarebbe la quarta consecutiva in una grande manifestazione internazionale dopo mondiali al coperto, europei e Giochi Olimpici. Ma in finale ci sono anche Sioli e Lando nell’alto, Diaz e Dallavalle nel triplo, Larissa Iapichino nel lungo donne e le due astiste top, Roberta Bruni ed Elisa Molinarolo.
Proprio quest’ultima ha vissuto grandi emozioni nelle qualificazioni di ieri sera, approdando all’ultimo atto della gara con qualche patema in più rispetto ai pronostici.
La 31enne di Soave, che a Parigi 2024 fu splendida sesta con il personale di 4,70 e che in questa stagione ha raggiunto i 4,60 a Val-de-Reuil, ce l’ha fatta per il rotto della cuffia, qualificandosi con l‘ottavo e ultimo posto disponibile grazie ai 4,45 metri saltati al primo tentativo che l’hanno poi costretta, complice i successivi errori, a incrociare le dita quando in pedana, per le quote superiori, ci sono andate altre quattro avversarie che come lei avevano superato la misura. Una lunga attesa prima del sospiro di sollievo e un pianto liberatorio che ha fatto il giro dei social.
L’astista allieva di Marco Chiarello sa infatti di non essere ancora al top. E temeva che potesse ripetersi la beffa di due anni fa, quando a Istanbul fu la prima delle escluse. “Stavolta è andata meglio e disputerò la mia prima finale europea al coperto – ha detto Elisa Molinarolo ai microfoni di RaiSport – Sto attraversando un periodo difficile tecnicamente parlando e si è visto. Ma sabato (domani, ndr) si riparte da capo”.
A cosa si riferiva Elisa Molinarolo di preciso quando ha tirato in ballo la questione tecnica? A spiegarcelo, direttamente da Apeldoorn, è proprio Chiarello.
“Non c’è un particolare in cui ha avuto dei problemi ma il discorso è più generale – spiega il tecnico del Gruppo Asta Padova – La ripartenza post-Olimpiade è stata piuttosto complessa dal momento che la stagione scorsa, culminata con il picco di forma e il personale ai Giochi, ha impegnato Elisa molto dal punto di vista fisico e nervoso. Forse ci siamo riposati poco dopo Parigi e dall’autunno in avanti abbiamo rincorso una stabilità tecnica che in realtà c’è. Nella prima parte di stagione è mancata quella brillantezza fondamentale per sentirsi sicuri in una disciplina come il salto con l’asta. Stavolta Elisa ci ha messo un po’ di più a ritrovare gli automatismi”.
Le buone notizie sono però arrivate negli ultimi due salti, nonostante gli errori. “Lì ha cominciato a sentir fiducia e forse non ci siamo fatti trovare sufficientemente pronti. Abbiamo cambiato in extremis le aste ma ormai era troppo tardi”.

La portacolori delle Fiamme Oro ha infatti impugnato nuovamente le aste più rigide (sempre della stessa lunghezza di 4,45) utilizzate nel suo formidabile 2024, compreso l’exploit di Parigi, e a queste si affiderà nella finale di domani sera, a partire dalle 19,35.
“In finale la strategia sarà diversa e contiamo di crescere – dice Chiarello – Se ci sarà la possibilità di andare ai mondiali di Nanchino, abbiamo davanti questa gara e poi due settimane di lavoro per mettere a punto tutti i particolari”.
Nella finale dell’asta femminile non ci sarà invece la terza azzurra, Virgina Scardanzan, eliminata alla quota di 4,30 ma ugualmente sorridente per il debutto. Avevamo raccontato proprio alla vigilia degli europei la particolare storia di questa ragazza trevigiana:
Il diario di bordo registra anche altri finalisti provenienti dalla pista: Alice Mangione nei 400, Catalin Tecuceanu ed Eloisa Coiro negli 800. Nulla da fare per Luca Sito (a sorpresa eliminato in batteria) e per i semifinalisti dei 60 ostacoli, Carmassi (che non ripete il 7″98 della heat), Di Lazzaro e Simonelli (non al top).
foto Grana / Fidal