Sifan Hassan per la storia: ma farà davvero quattro gare? E come si sostengono?

AGGIORNAMENTO – Sifan Hassan ha ufficialmente rinunciato ai 1500 metri, la gara in cui avrebbe potuto pagare di più alla luce del calendario fittissimo di impegni. Rispetto a Tokyo, l’olandese si concentrerà su mezzofondo prolungato e fondo: 5.000, 10.000 e lo spauracchio maratona.

Andate in archivio le due 20 km di marcia, da domani è tempo di scendere in pista. Il nuovo manto di color viola realizzato dalla Mondo attende, tra gli altri, le mezzofondiste, impegnate nel pomeriggio nelle batterie dei 5000 metri. Al via, oltre alle azzurre Nadia Battocletti e Federica Del Buono, ci sarà anche Sifan Hassan, straordinaria campionessa che indossa i colori dell’Olanda ma è di origini etiopi.

La fuoriclasse di Adama, 31 anni, tre anni fa a Tokyo firmò la doppietta con i 10.000 metri e conquistò anche il bronzo nei 1500 metri. L’anno scorso, ai mondiali di Budapest, fu ancora bronzo nei 1500 e argento nei 5000, mentre mancò il podio nei 10.000 a causa di un’incredibile caduta sul rettilineo finale che aprì la strada alla tripletta etiope guidata da Gudaf Tsegay. Ma al menù parigino, Hassan dovrebbe – secondo le liste d’iscrizione, un’ulteriore, succulente piatto: la maratona.

Prenderà parte davvero a tutte e quattro le quattro gare? Nessuno, al momento, può esprimersi con certezza, se non immaginare a qualcosa di immensamente grande, che riporta alla mente gli stakanovisti del passato, su tutti Emil Zatopek, capace di fare tripletta di ori nei 5000, 10.000 e maratona alle Olimpiadi di Helsinki 1952.

Il calendario, sulla carta, si annuncia proibitivo. Sifan, da domani all’11 agosto, sarebbe impegnata quasi tutti i giorni, anche se è giusto ricordare come per una campionessa del suo calibro i primi turni potrebbero rivelarsi per lei poco più che degli allenamenti.

Il calendario di Sifan Hassan

La mezzofondista inizierà domani pomeriggio con le batterie dei 5000, la cui finale è prevista per lunedì 5 agosto. L’indomani mattina di nuovo in pista per le batterie dei 1500 metri, che prevedono poi la semifinale l’8 e la finale il 10 agosto. Nel mezzo, il 9 agosto, forse il momento cruciale, con la finale dei 10.000 metri. Domenica 11 c’è la maratona, nell’ultimo giorno di competizioni, poche ore dopo la finale dei 1500.

Ma come si conciliano le varie distanze? Proviamo a farci un’idea, senza poter entrare nei dettagli tecnici che nessuno conosce, con Giuliano Battocletti, allenatore di Nadia che ha dimostrato di saper spaziare, almeno finora, dal mezzofondo veloce a quello prolungato.

La mezzofondista olandese Sifan Hassan.


L’analisi di Giuliano Battocletti

“Sifan ha già dimostrato in passato di poter essere competitiva su più format di gara – spiega il coach trentino – e se sarà al 100%, a mio avviso, può affrontare la sfida, anche se potrebbe rinunciare almeno a una gara. In questo senso, saranno decisive le sensazioni giorno dopo giorno”.

“Però va precisato – aggiunge Battocletti – che per un’atleta della stoffa di Hassan, i turni eliminatori sono degli allenamenti. A far fatica saranno le altre atlete “normali”, anche una batteria un po’ tirata non dovrebbe restarle sulle gambe. Starà lì tranquilla e non sarà un problema per lei dare una sgasata agli ultimi 300 metri per assicurarsi la qualificazione al turno successivo”.

Restare protagonista nelle tre gare del mezzofondo dovrebbe, sulla carta, rappresentare quasi un gioco da ragazzi per l’esperta runner olandese, anche in base a quanto successo nell’ultima edizione dei Giochi. Ciò che può spostare di molto gli equilibri è la partecipazione alla maratona (che Hassan ha dimostrato di saper maneggiare piuttosto bene con le vittorie di Londra e Chicago nella scorsa stagione) nella mattinata finale dei Giochi, a valle di sei gare disputate una dopo l’altra.

“A livello di preparazione non mi stupisco che oggi si possano ben conciliare i lavori lattacidi tipici dei 1500 con quelli di resistenza che richiede la maratona. Le metodologie sono cambiate e non sono più i tempi, da quello che si legge in giro, dei lavori lunghi e lenti. Oggi la maratona si prepara con le ripetute corte, esattamente nel modo in cui si preparano le gare di mezzofondo veloce. Per usare un’espressione brutale, dico che la maratona si è avviata a diventare una 10 km più lunga. Le mezzofondiste vanno forte dappertutto e non esiste un maratoneta che non vada forte in pista. Poi, tornando a Sifan, possiamo solo presumere i suoi lavori. Difficilmente saremo in grado di sapere con esattezza come si è preparata e come ha distribuito i chilometri che comunque devi fare per poter correre la maratona”.


Giuliano, rispetto al passato, dunque, è il modo di interpretare la specialità che può far la differenza e consentire questo tipo di multitasking?
“Sì, ma non solo. Sono arrivate le tecnologie e le scarpe di nuova generazione, che danno una mano sul recupero. Così come l’alimentazione e l’integrazione, dettaglio da non trascurare quando ci sono di mezzo questi sforzi così ravvicinati”.

Quale sarà il momento più delicato per lei, se dovesse davvero andare a caccia di quattro medaglie?
“Credo che potrebbe pagare qualcosa nell’eventuale finale dei 1500 metri. Perché servono energie fresche per gli spunti veloci e lei arriverà da 5-6 giorni a manetta, con i 10.000 metri della sera prima sulle gambe. Staremo a vedere, ha grande esperienza e insieme al suo staff di alto livello avrà già programmato tutto per gestirsi al meglio”.

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