A Valencia per mettere un tassello importante verso l’accoppiata Europei-Olimpiadi. A una delle maratone più veloci del mondo è attesa domenica mattina Sofiia Yaremchuk, la 29enne portacolori dell’Esercito in grado nella scorsa primavera di correre i 42,195 km in 2h24″02.
Sofiia è dunque a soli 18 secondi dal record italiano di Valeria Straneo stabilito undici anni fa a Rotterdam, ma lei e il suo staff non si sbilanciano, negando obiettivi cronometrici per la gara spagnola.
Piuttosto c’è tutto un lavoro da portare avanti in chiave Parigi, ma anche Roma: la Yaremchuk va forte sulla mezza e ai mondiali su strada di Riga, lo scorso 1° ottobre, ha ben figurato chiudendo all’11° posto nel giorno in cui ha fatto il suo debutto con la maglia della Nazionale italiana.
“L’abbiamo preparata allo stesso modo di Parigi e Francoforte – spiega il colonnello Fabio Martelli, allenatore di Sofiia Yaremchuk a Roma – Maratona dopo maratona è chiaro che aumenti la qualità dei lavori, ma c’è da inventarsi poco per quanto riguarda le tabelle”.
Gli addetti ai lavori, compresi Giovanna Epis e il suo allenatore Giorgio Rondelli, hanno previsto sulle nostre pagine web il possibile superamento del record italiano sulla distanza da parte di Sofiia. Ma Martelli invita alla calma: “Abbiamo già il minimo olimpico e la nostra situazione è ideale. Non ci sono assilli, andiamo a Valencia per confrontarci a livello mondiale con le migliori e dare ascolto alle sensazioni. A mio avviso, se ti metti a pensare al record italiano, sposti il focus sull’obiettivo reale e non riesci a esprimerti al massimo”.
La Yaremchuk ha pensato a una strategia per la prova di domenica? La ragazza di origini ucraine avrà di certo in mente i passaggi, ma “quando hai davanti – aggiunge Martelli – tante atlete capaci di correre sotto le 2h20′, non puoi mai sapere i ritmi che caratterizzeranno la gara. Piuttosto Sofiia dovrà capire in fretta dove stare. I primi chilometri saranno di studio e lei ha l’intelligenza per gestire la maratona nel modo giusto. Attenzione anche al vento, che potrebbe essere determinante e trasformare la gara in una prova ad eliminazione”.
Di progressi, Sofiia, ne ha già fatti tanti in questi anni. E ora che indossa la maglia azzurra ha ulteriori motivazioni per correre più forte. “A Riga era molto felice di rappresentare l’Italia, è un orgoglio che le dà qualcosa in più. E’ un’atleta speciale, ci lavoro dal 2017 ed è apprezzabile il fatto che non esegua in silenzio un programma da me fornito. Tutto viene condiviso e concordato insieme, anche perché è giusto che io recepisca le sue sensazioni”.
Foto di apertura Lapresse