Gli sprinter giamaicani da diciott’anni a Lignano: il racconto di Marco Vaccari

Lignano Sabbiadoro, da un pezzo, è provincia di Kingston. Almeno in estate, quando gli sprinter giamaicani più veloci al mondo si rifugiano nella nota località balneare friulana per preparare i grandi eventi in pista.

I migliori sono passati da qui. Asafa Powell e Shelly Ann Fraser. Nesta Carter e Elaine Thompson. Ora è il turno del nuovo nome dei 100, Kishane Thompson, di Shericka Jackson che promette faville sui 200, e di altre promesse come Tia Clayton e Gary Card.

Tutti della scuderia MVP Track Club del tecnico Stephen Francis. L’epicentro di questa storia è l’albergo “Fra i Pini” della famiglia Vaccari. Lo gestiscono i fratelli Marco e Federico, alla reception per la terza generazione. Fu nonna Lucia ad avviare la struttura nel 1960. Era una piccola pensione, la strada antistante non era nemmeno asfaltata. Poi l’evoluzione della struttura, di pari passo con l’esplosione del turismo.

Ma perché gli sprinter giamaicani proprio a Lignano? “Tutto è iniziato per caso, era il 2006 – racconta Marco Vaccari – Asafa Powell doveva correre il meeting di Lignano, in Italia era di stanza al Centro Coni di Roma ma era in cerca di qualcosa di più tranquillo. Il suo manager parlò con l’amministrazione comunale di Lignano, che propose un paio di strutture alberghiere. Tra queste c’eravamo noi. E da allora non sono più andati via. A tracciare la rotta è stato mio padre Pierantonio. E’ grazie a lui se questi atleti stanno così bene qui da noi”.

Asafa Powell.
Foto Getty.


Merito, si suppone, della vostra organizzazione e ospitalità.
“Facciamo del nostro meglio, consapevoli che le loro esigenze sono totalmente differenti a quelle del turista medio che viene a Lignano per godersi una località balneare. Con gli sprinter giamaicani ci siamo reinventati, facendo tantissimi lavori”.

Immaginiamo che siate abituati a soddisfare le più disparate richieste.
“Forniamo assistenza nei trasferimenti ma anche nell’acquisto dei ticket per aerei e treni. Il nostro supporto, oltre che ricettivo, è logistico e di problem solving”.

Un esempio?
“Il top l’abbiamo raggiunto nel 2016, alla vigilia delle Olimpiadi di Rio de Janeiro. In breve tempo abbiamo organizzato la somministrazioni di 25 vaccini contro la febbre gialla a una settimana dalla loro partenza per il Brasile. In quell’occasione ci hanno messi a dura prova”.

Ogni anno quando cominciano i contatti tra voi e Francis?
“Non c’è più una vera prenotazione. Alla fine dell’estate, quando vanno via, lasciano l’attrezzatura e ci dicono “Ci vediamo l’anno prossimo”. Solitamente vengono a Lignano subito dopo i campionati nazionali giamaicani. Una decina di giorni prima ho una lista indicativa del team da ospitare ma mi tengo largo con le camere da lasciare libere. Il meccanismo è ormai collaudato, sappiamo come gestirlo”.


Com’è la loro giornata tipo ora che si avvicinano le Olimpiadi?
“Vanno via prestissimo dall’albergo, alle 6,30. Si allenano a stomaco vuoto, assumono solo energetici e acqua. Rientrano tra le 11 e le 11,30 e serviamo loro la colazione. Frutta, acqua, thè, cioccolata, brioches, marmellata. Niente di speciale, non seguono una dieta ferrea. Di sera cenano presto, non offriamo il servizio in albergo ma abbiamo allestito una zona cucina tutta a loro disposizione”.

E Francis com’è?
“Uno sempre concentrato nella gestione del gruppo. Ti dice le cose prima che succedano”.

Cos’hai imparato in tutti questi anni stando a contatto con i vincitori di medaglie olimpiche della velocità?
“Che i risultati che si vedono sulla pista sono la conseguenza dell’incredibile lavoro di preparazione che svolgono”.

Cosa si nota vedendoli in albergo?
“Che sono tipi un po’ solitari, probabilmente è il tipo di sport che ti porta a esserlo. Non fanno mai colazione a gruppetti, ma tendono a sedersi sparsi e distanziati, quasi alla ricerca di una serenità mentale durante i pasti”.

Nel 2019 però ti hanno fatto un bel regalo.
“Francis e il suo staff mi hanno consegnato biglietto aereo, biglietti dello stadio e prenotazione alberghiera per andare a vedere i mondiali di Doha. E’ stata una bellissima esperienza, li ho vissuti giorno per giorno al loro fianco”.


Senti ancora i grandi del passato?
“Certamente, con la vecchia guardia ho legato tanto. Sono frequenti gli scambi telefonici con Asafa Powell e Shericka Williams ad esempio”.

Tra pochi giorni, invece, i fari saranno puntati soprattutto su Kishane Thompson, capace di 9″77 sui 100.
“Già l’anno scorso mi avevano parlato del potenziale di questo ragazzo e del lavoro che stava facendo per questo 2024. Per loro non è una novità. Nei comportamenti e nel modo di parlare, oltre al fisico possente, mi ricorda molto Asafa Powell”.

Ma Marco Vaccari cosa c’entra con l’atletica?
“Niente, ma mi sono appassionato nel corso di questi anni. E seguo le gare, facendo il tifo per loro con il trasporto emotivo che si ha con gli amici”.

Dopo i Giochi di Parigi, dunque arrivederci al prossimo anno?
“Resteranno ancora un mese per gareggiare in Europa. La partenza da Lignano, quest’anno, è fissata per il 17 settembre”.


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