Il talento di Daniele Inzoli spiegato da coach Mingiano: “Gare e divertimento: è ancora presto per specializzarsi”

Il finale di stagione non ha fatto altro che confermare tutto il talento di Daniele Inzoli, candidandolo con le dovute precauzioni a un futuro più che roseo per sé e per tutta l’atletica azzurra.

Inzoli, 15 anni compiuti ad agosto, quest’anno è stato capace di saltare 7.61 nel lungo, diventando il miglior italiano di sempre della categoria Cadetti spodestando dal trono un certo Andrew Howe.

Il ragazzo dell’Atletica Riccardi Milano 1946 è uno che va forte su più terreni: oltre alla sabbia, ci sono anche il salto in alto, la velocità, gli ostacoli. Insomma, un campione in erba poliedrico, da maneggiare con cura, rispettandone i tempi di maturazione. Questo compito da un anno spetta alla 29enne Giada Mingiano: con la coach milanese abbiamo fatto un punto della situazione anche tecnico dopo il fantastico 2023.

Daniele Inzoli e coach Giada Mingiano.



Giada, con Daniele è stata una stagione incredibile. Come l’hai vissuta?
“I risultati ottenuti da Daniele non sono una sorpresa. Quando è arrivato da me un anno fa, sapevo di avere davanti un grande talento. Certo, mi aspettavo che arrivassero con un po’ più di calma. La sua crescita è stata importante, anche perché abbiamo lavorato con tranquillità, senza esagerare. Diciamo che molte cose gli vengono proprio facili”.

Come trovi Daniele dal punto di vista tecnico?
“E’ arrivato a 14 anni ed è normale che fosse grezzo. Del resto, anche adesso ci sono tantissime cose da stabilizzare. In particolare aveva una corsa molto dispendiosa. Abbiamo messo a posto la tecnica, lavorando sulla partenza dai blocchi e sulla fase lanciata, dal momento che la velocità è comunque una sua dote innata. Abbiamo insomma sposato la filosofia del correre il più veloce possibile. Poi nella seconda parte della preparazione, abbiamo insistito sul lungo”.

E avete lavorato davvero bene, perché Daniele ha poi infranto il record italiano under 16 saltando 7.61.
“Era uno già in grado di saltare 6,90. Ma la sua chiusura era abbastanza spontanea. Siamo passati dalla tecnica di volo veleggiato al salto a un passo e mezzo. La sua qualità è la capacità di metabolizzare subito quello che proviamo. Infatti già a maggio aveva messo in pratica i cambiamenti sulla chiusura e i progressi nella rincorsa. In ogni caso, abbiamo fatto un lavoro specifico relativo. Gli allenamenti hanno spaziato molto, abbiamo preferito cambiare due-tre cose mirate e seguire lo sviluppo fisico del ragazzo”.



E adesso cosa c’è nell’immediato futuro?
“Diventerà allievo e non c’è alcuna fretta di specializzarsi in una sola disciplina. L’obiettivo è quello di fare tante gare, facendo attenzione a quanto ci mette a metabolizzare le distanze più lunghe. In allenamento, ad esempio, non ha mai percorso distanze più lunghe di 150 metri e dopo le gare sui 300 ostacoli il suo recupero è stato più lento. Concentrandosi su tante gare diverse, dal salto in alto che a lui piace tanto ai 200 metri, può avere però meno pressioni e libertà di esprimere tutto il suo potenziale. Fondamentale sarà anche la componente divertimento, che a quest’età non deve assolutamente mancare. E’ chiaro che la velocità, settore più vicino al salto in lungo, verrà sempre privilegiata”.

Per te, da allenatrice peraltro molto giovane, cosa vuol dire avere tra le mani un talento così puro?
“E’ una grande responsabilità. Sono consapevole delle sue qualità e mi sono resa conto che più che lavorare a livello tecnico e sugli allenamenti, considerati i volumi ancora bassi per un giovane, bisogna assicurarsi che abbia sempre voglia di continuare a venire al campo e di non farsi condizionare dai fari che inevitabilmente ha attirato verso di sé con i risultati. Dobbiamo essere noi i primi a non mettergli pressione”.

In questo senso, i giovani dell’Atletica Riccardi contribuiscono in qualche modo a distogliere l’attenzione su di lui.
“Per fortuna abbiamo un gruppo di ragazzi molto talentuosi e in grado di mettersi in luce ai tricolori di categoria. Così lui stesso sa che non c’è solo Inzoli per noi, ma che dobbiamo dedicare tempo anche ad altri atleti forti e promettenti”.

Che ragazzo è Daniele?
“Ogni tanto bisogna metterlo in riga per la scuola, però è molto maturo per la sua età ed è sempre ben disposto al sacrificio e all’impegno”.

Foto Fidal

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