L’inestimabile valore della medaglia sfiorata da Nadia Battocletti

La sostanza non cambia. Nemmeno il controricorso azzurro respinto dalla giuria può inficiare il risultato di Nadia Battocletti. Giusto restarci male, dopo aver assaporato il podio. Ma il quarto posto conquistato da StraordiNadia nei 5000 metri è comunque eccezionale e vale una medaglia.

Classe cristallina, intelligenza tattica fuori dal comune. Così Nadia ha tenuto testa alle in apparenza irraggiungibili africane degli altipiani. Papà Giuliano, proprio pochi giorni fa, ci aveva detto: “Nadia deve fare il suo e restare attaccata alle più forti fino all’ultimo chilometro. Non deve porsi limiti, perché nel finale non si sa mai…”. 

Nadia ci ha sempre creduto. Ha fatto gara di testa, unica bianca a sgambettare alla pari con keniane ed etiopi. Poi, nell’ultimo giro, quando la corsa per l’oro è diventata insostenibile, ha fatto anche di più. Dall’ottava posizione ha innestato il turbo ed è risalita fino alla quarta. Quel non si sa mai le ha permesso di sognare, specie quando dopo il traguardo è arrivata la squalifica della Kipyegon, argento, rea ai meno 800 metri di aver disturbato Gudaf Tsegay

Nella tarda serata è arrivato poi il verdetto definitivo che le avrà chiaramente lasciato l’amaro in bocca. Niente più bronzo, riammessa la Kipyegon, anche se il braccio dell’avversaria lo aveva proprio afferrato in maniera evidente. Ma le sentenze sono strane, specie a questa Olimpiade. Resta però l’impresa di Nadia. Dominatrice in Europa (due mesi fa la doppietta all’europeo), assolutamente della partita nel mondo.

Battocletti regina del mezzofondo, ma a fari spenti

Un susseguirsi di prestazioni che l’hanno portata nel giro di pochi anni ad assoluto riferimento del mezzofondo azzurro, dalla pista alla strada, passando per il cross. 

Successi ottenuti a fari spenti, senza bisogno di vendere l’immagine, fare clamore o spettacolarizzare la vita pubblica e privata. Pochi social, poche prime pagine dei giornali, tanto lavoro insieme a papà Giuljano in un angolo tranquillo del Trentino. Un inno alla riservatezza e alla semplicità, che piace tanto a quelle ragazzine che hanno iniziato a correre e la vedono come modello di serietà e abnegazione. 

 Avviso ai naviganti. L’Olimpiade di Nadia Battocletti non è finita. Tra pochi giorni sotto con i 10.000 metri: la distanza non è ancora la più congeniale, il cast forse un po’ meno stellare. La missione è sempre la stessa: restare attaccate al gruppo di testa e poi…non si sa mai.

foto Grana / Fidal

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