Xiamen è alle porte: Ceccarelli, raccontaci come sta Gaia Sabbatini

La valigia è quasi sul letto. Le ultime fatiche romane e martedì Gaia Sabbatini volerà in Cina, dove a Xiamen, sabato prossimo, è attesa al debutto outdoor nella prima tappa della Diamond League

Gaia, che sulla distanza vanta un personale di 4’01″24, stando alle entry list della gara, sarà l’unica italiana in pista. Lo farà in un 1500 stellare, che dovrebbe vedere al via la primatista mondiale KipyegonTsegay, l’iridata indoor Hailu Welteji. Guai, però, a farsi trascinare dalle extraterrestri. Specie all’inizio di un viaggio lunghissimo, caratterizzato da due fermate speciali: Roma tra meno di due mesi, Parigi tra meno di quattro.

Ma come sta la 24enne teramana delle Fiamme Azzurre? Alla vigilia della sua partenza per la Cina, lo abbiamo chiesto al suo allenatore Andrea Ceccarelli.

“Andremo alla ricerca delle sensazioni giuste – spiega Ceccarelli, direttore tecnico delle Fiamme Gialle, a capo dello staff di Gaia Sabbatini che comprende anche il preparatore della forza Riccardo Carbonaro e il nutrizionista Francesco Fagnani – Siamo solo alla prima uscita stagionale ed è importante guardare al percorso, di per sé già complicato dal momento che ci sono due eventi internazionali, di cui l’ultimo tra quattro mesi. Sarà un 1500 da gestire con intelligenza, anche dopo averlo corso. La condizione di Gaia cresce ma dovremo stare tranquilli anche in caso di un buon riscontro cronometrico”.


La preparazione invernale l’avete rifinita in Sudafrica, a Potchefstroom.
“Abbiamo svolto due periodi di lavoro in un posto magnifico in cui ritorneremo sicuramente in futuro. Il secondo soggiorno è durato solo due settimane, ma è servito per ritrovare la retta via dopo la delusione dei campionati italiani indoor”.

Ad Ancona cosa vi aspettavate?
“In realtà non ci aspettavamo niente di particolare, perché non abbiamo preparato le indoor in maniera specifica. Però la controprestazione c’è stata (3° posto, 4’13″61) ed era giusto farci dei ragionamenti. Abbiamo voltato pagina, consapevoli che un periodo di flessione psicologica, dopo tanti anni sulla breccia nonostante la giovane età di Gaia, ci può stare. Meglio adesso che più avanti”.

A complicare le cose, quest’inverno, ci si è messa anche una brutta influenza.
“Gaia si è ammalata il 26 dicembre e ha avuto parecchi strascichi. Ha preso una settimana di antibiotici e il primo stage in Sudafrica, cominciato il 9 gennaio, è stato durissimo, perché andava facilmente in difficoltà muscolare. La condizione, gradualmente, è migliorata, ma non è bastato per fare un buon campionato italiano. Gaia è una ragazza intelligente e abbiamo deciso di tornare a Potchefstroom proprio per scacciare i fantasmi”.


Rispetto all’anno scorso, ci si aspetta un salto di qualità dalla tua allieva.
“Il 2023 è stata una buona stagione, finita però con una semifinale mondiale in cui Gaia, che aveva corso un eccellente batteria, non meritava di uscire. Quella gara l’ho sempre considerata un delitto perfetto (nove atlete sotto i 4 minuti e ritmi elevatissimi rispetto all’altra heat, ndr) e ci ha lasciato l’amaro in bocca, perché tutto quello che non doveva succedere, è accaduto, e siamo passati in un attimo dalle stelle alle stalle, nonostante il cammino fino a Budapest le avesse consentito di recuperare il mese e mezzo di stop avuto tra marzo e aprile per una microfrattura al perone”.

La gara iridata ha imposto delle riflessioni e dei cambiamenti sul lavoro tecnico per questo 2024.
“Abbiamo scelto di dedicare più spazio ai lavori di intensità. Già a novembre abbiamo curato la resistenza alla velocità, introducendo ad esempio dei 15×100 metri, poi abbiamo anticipato all’inizio di dicembre l’utilizzo della potenza aerobica. Il 22 dicembre, poco prima di ammalarsi, Gaia ha corso degli 8×800 metri in 2’18”-2’22”, con un minuto e mezzo di recupero tra ogni sessione. Ritmi e tempi che in precedenza non era in grado di sostenere”.

Quali saranno i prossimi appuntamenti dopo Xiamen?
“Correrà un altro 1500 a Huelva, il 30 aprile. Siamo alla ricerca di un 800 per il weekend del 4-5 maggio. L’idea è quella di far crescere la condizione con tre gare e, dal 10 maggio, partire con l’ultimo blocco di lavoro in vista dei Campionati Europei”.


Intanto i 1500 femminili si stanno riempiendo d’azzurro. Oltre a Vissa e Cavalli, sta per arrivare con serie ambizioni Nadia Battocletti. Poi ci sono i ritorni di Giulia Aprile e Marta Zenoni, che hanno animato il duello tricolore di Ancona.
“Chi fa lo sportivo professionista è abituato alle pressioni e alla concorrenza interna. Per noi è uno stimolo, anche perché negli anni passati chi faceva 4’06” era considerato un fenomeno ed è stata proprio Gaia a smuovere le acque sulla distanza, fungendo da punto di riferimento. In ogni caso, bisogna essere realisti e sapere che bisognerà andare ben oltre la soglia dei 4 minuti per guadagnarsi le finali importanti. Il livello delle altre continua ad alzarsi”.

Di Gaia Sabbatini si parla spesso delle sue apparizioni sui social. Cosa puoi dirci in merito e come affronti con lei la questione?
“I social per Gaia rappresentano un gioco serio. Lei è un’atleta moderna, Instagram è uno strumento in più a sua disposizione che ha imparato a saper gestire con intelligenza. Vi assicuro che non porta via un solo minuto al suo allenamento, anche perché ogni foto la scatta sempre a conclusione delle sessioni. Per lei è oggi anche uno strumento di lavoro, ma ogni suo impegno con gli sponsor è concordato e compatibile con il suo programma di allenamento. Mi ha sempre chiesto il permesso per questo genere di impegni e ha rinunciato in tante occasioni a qualche collaborazione piuttosto remunerativa proprio perché al primo posto restano la vita da professionista e l’atletica”.

Foto Colombo / Fidal

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