La crescita fisica dell’atleta e le sue prestazioni non rappresentano necessariamente un’equazione matematica. Spesso ti alleni bene, sei a posto anche dal punto di vista mentale, ma i risultati non arrivano e nemmeno le soluzioni nell’immediato.
Allora serve tempo per riflettere, analizzare, cambiare, per cercare quelle sensazioni che ti avevano portato in alto e che d’un tratto sono svanite. E’ quanto successo a Veronica Zanon, che meno di quattro anni fa (settembre 2020) stabiliva il record italiano under 20 nel salto triplo con 13,84: quel giorno sarebbe dovuto essere un punto di partenza per la portacolori delle Fiamme Oro.
Quella promettente misura, invece, non è più saltata fuori. La bella ragazza padovana oggi 23enne in autunno ha dato quindi una drastica sterzata alla carriera, trasferendosi a Palermo da Michele Basile, senza dubbio uno dei migliori tecnici dei salti in estensione.
“Ho avuto modo di conoscerlo bene ai vari raduni della Nazionale – spiega Veronica Zanon – ed è una persona con esperienza, passione e una super preparazione. Mi ha dato subito sicurezza e l’ho scelto anche perché, a mio avviso, tra triplo maschile e triplo femminile esiste una bella differenza e i risultati raggiunti con Simona La Mantia parlano senz’altro a favore di Michele”.
Veronica, trasferirsi a Palermo è stata una mossa importante, coraggiosa ma forse necessaria per come sono andate le cose negli ultimi anni.
“Per tre stagioni non sono riuscita a fare il mio personale ed era arrivato il momento di prendere delle decisioni. Ci tengo a sottolineare che la scelta è stata totalmente condivisa con il mio allenatore di sempre, Ormisda De Poli. Non aveva più molto tempo per seguirmi e insieme abbiamo compreso che serviva qualcos’altro sul lato tecnico. Quando si è presentata l’opportunità di andare con Basile, con il quale si era già creato un rapporto di collaborazione, non ci abbiamo pensato due volte. I rapporti tra di noi continuano a essere fantastici. Mi ha allenato per 14 anni, per me è come un padre. Quando torno a casa per la settimana di scarico, continua a seguirmi al campo di Galliera. Mi ha fatto piacere che sia venuto a vedermi ad Ancona per i campionati italiani indoor”.
Che spiegazione ti sei data per i progressi che non sono più arrivati?
“Lasciando perdere il 2021, anno condizionato da infortuni di lieve entità che però non mi hanno garantito continuità nel lavoro, nel 2022 e 2023 è emersa la difficoltà di gestire la correlazione tra una condizione fisica eccellente e la parte tecnica. In pratica sono migliorata tanto nella velocità e nella forza ma non sono riuscita a collegare i nuovi valori al salto. Di lì, il calo nelle misure e l’assenza di picchi”.
La tua migliore stagione è dunque rimasta quella del 2020.
“Era il primo anno senza la scuola, ho trovato la quadra durante gli allenamenti e assorbito bene i primi cambiamenti nella preparazione. Ma al passaggio successivo, quando sono aumentati ulteriormente i volumi, qualcosa ha cominciato a non funzionare”.
Con Basile su cosa ti stai concentrando?
“Michele mi ha trovata perfetta a livello condizionale. Abbiamo inizialmente sistemato solo qualcosa sulla disparità tra una gamba e l’altra dal punto di vista della forza. Il grosso lavoro è tutto sulla tecnica: l’obiettivo è quello di avere una struttura più solida e maggiori strumenti per sfruttare la mia grande velocità di base, per conciliare rincorsa e balzo. E’ sui balzi e sulla forza massima che stiamo dedicando grande parte del tempo. Rispetto al passato, sto curando di più anche la parte di prevenzione, grazie alle sedute settimanali di fisioterapia svolte con lo staff del Cus Palermo. Ora occorre mettere insieme tutti i pezzi. Sono sicura che tra qualche mese verranno fuori misure migliori”.
Intanto i primi segnali sono stati confortanti.
“Sono ripartita con entusiasmo. A Padova ho saltato la mia terza misura di sempre (13,51), a 14 centimetri dal mio personale indoor. Poi è arrivato anche il titolo italiano (13,42) sebbene non ci sia stato l’acuto e abbia commesso in questa fase diversi errori, dovuti proprio alle novità introdotte e alla necessità di meccanizzare il lavoro che sto facendo a Palermo”.
Che obiettivi ti sei data per questo 2024 che sa di ripartenza?
“Questa sarà una stagione di transizione in cui voglio rientrare nell’atletica che conta. Mi piacerebbe centrare il minimo per gli Europei, ma non faccio castelli in aria. Devo procedere step by step, pensando di poter aggiornare finalmente quel personale fermo da quasi quattro anni. Però sono contenta della decisione presa e convinta di essere sulla strada giusta”.
Adesso devi dirci com’è stato l’impatto con il Sud.
“Palermo è una città particolare: bella, caotica, creativa. Sono passata da un paese di 7 mila anime a una realtà di quasi 700 mila abitanti! Logisticamente ho trovato la soluzione ideale: grazie alle Fiamme Oro, sono di stanza al Reparto Mobile, che si trova a 800 metri dal campo d’allenamento e mi consente di muovermi a piedi”.
Per il resto?
“C’è un clima incredibile. Ho trascorso un inverno da favola. Il 23 dicembre, alle porte del Natale, mi sono allenata in top. E il 29 ottobre avevo fatto il bagno al mare. Non mi era mai accaduto. Nei weekend liberi è capitato di fare qualche bella gita fuori porta. In Sicilia il potenziale è incredibile, ci sono luoghi che non hanno nulla da invidiare alle altre bellezze del mondo”.
E il cibo?
“Nota dolente, perché sono una buongustaia. Vorrei assaggiare di più, a Palermo non è facile resistere, servono compromessi per mantenersi in forma. Adoro la cassata e i cannoli, ma so che devo andarci piano…”.
Foto di gara di Grana / Fidal